Come eliminare le arvicole o topi campagnoli da giardini ed orti

53* 15 marzo 2020

Il topo campagnolo comune o arvicola campestre è un mammifero roditore.

Ci sono 16 sottospecie e la M. arvalis rufescentefuscus è quella diffusa in Triveneto ed in alta Romagna.
Vive nelle aree erbose di pianura su suoli profondi e non rocciosi, ed in quelle in cui c’è attività umana purché non vengano lavorate troppo di frequente.

Misura 9–11 cm di lunghezza, cui si sommano 3–4 cm di coda.
I colori vanno dal giallo-grigio del dorso al quasi bianco del ventre e delle zampe.
Ama i terreni caldi e asciutti, dove scava gallerie profonde anche mezzo metro.
All’esterno delle tane, l’animale è solito percorrere sentieri sempre uguali, creando col tempo vere e proprie strade.
Con le stagioni fredde si rifugia nei fienili e nelle stalle, nelle cantine e nelle abitazioni.
L’arvicola è sostanzialmente erbivora: mangia vegetali di ogni tipo, semi e corteccia d’alberi. Può, in gravi infestazioni, divenire un flagello per i raccolti.

I nidi si trovano a circa mezzo metro di profondità. Sono imbottiti con erba secca e pelo. Qui da aprile ad ottobre le femmine partoriscono e vengono nuovamente fecondate dai maschi in continuazione. I cuccioli, perciò, possono essere anche di 200 unità per stagione. Ma la comunità, spesso, deperisce a causa delle risorse meno disponibili in quanto eccessivamente sfruttate. L’eccessivo numero di animali, tra l’altro, porta ad uno stress continuo dovuto alle lotte per il territorio ed il cibo, che porta gli animali a sopportare un continuo stato di sovraeccitazione. Si aggrediscono ferocemente e spesso praticano cannibalismo.

Per evitare la loro presenza occorre adottare alcuni accorgimenti.
Risulta importante tenere l’erba tagliata che è buon riparo per le arvicole. Si deve gettare l’erba e le foglie senza però creare accumuli, perfetti rifugi per loro.
È necessario non far trovare lori frutta secca, specialmente le mele.
Ottimo rimedio è quello di smuovere la terra in primavera ed autunno abbastanza in profondità da distruggere i tunnel.
Laborioso ma efficace è seppellire del materiale tagliente nelle gallerie (ghiaia, vetri, ecc.) che renda i tunnel poco vivibili.
Aggiungere delle barriere medianti reti metalliche a maglia stretta (6 mm) che vanno in profondità in prossimità degli alberi o del cancello che porta al giardino è altrettanto dispendioso ma utile.
L’utilizzo di trappole a scatto per i topi da posizionare fuori dai fori sono una soluzione economica. Non sempre questo è attuabile, per la presenza di altri animali o bambini.
L’utilizzo di veleni, con attenzione ed alcuni accorgimenti, può essere la via migliore, badando ovviamente la gestione in sicurezza.
Un esperto professionista può dare l’opportuna consulenza in merito.

 

 

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