Pesticidi, l’oscuro segreto dell’Italia: siamo il secondo maggior esportatore di sostanze vietate nella UE

364* 28 aprile 2021

Il termine “pesticida” , (derivato dall’inglese “pesticide” che a sua volta deriva dal latino pestis) o, più correttamente antiparassitario, è riferibile ai prodotti destinati a distruggere o tenere sotto controllo qualsiasi organismo nocivo (compresi i microrganismi e le piante infestanti), oppure impedirne o prevenirne i danni, nelle fasi di produzione, lavorazione, conservazione, trasporto e commercializzazione dei raccolti, degli alimenti (per uomini e animali), del legname nonché è riferibile ai prodotti per il controllo di insetti, acari o altri organismi nel settore animale.

Non da ultimo, alle sostanze impiegate sulle piante per regolarne la crescita, diradare i frutti o impedirne la caduta precoce.

Ma vediamo, con l’articolo di greenme.it (fonti di riferimento Greenpeace Italia, relazione ultimi mesi del 2020), come è la condotta dell’Italia per il mercato mondiale.

L’Italia offre al mondo una vera e propria mela avvelenata, fatta di pesticidi.

Una nuova un’inchiesta realizzata dall’unità investigativa di Greenpeace Uk, Unearthed e dalla svizzera Public Eye, ha scoperto che l’Italia è il secondo Paese europeo per export di pesticid, il cui uso è stato vietato in Ue a causa dei rischi per la salute umana e l’ambiente.

Prima di noi c’è solo il Regno Unito.

E’ un quadro amaro quello delineato dalla nuova inchiesta guidata da Greenpeace Uk e condotta grazie all’analisi delle “notifiche di esportazione” che le aziende devono produrre alle autorità per i prodotti da esportare.

Il risultato è stato il più completo elenco mai diffuso dei pesticidi notificati per l’esportazione nel 2018 dall’Unione europea verso altri Paesi: in tutto 41 diversi “prodotti fitosanitari” vietati in Ue, viaggiano dal Vecchio Continente verso 85 Paesi del mondo.

E a fare ancora più paura è che oltre tre quarti dei paesi riceventi è a reddito medio o basso.

In totale, circa 9.500 tonnellate (12%) delle esportazioni pianificate risultano a carico dell’Italia, il totale più alto dei paesi dell’Ue interessati, seconda solo al Regno Unito.

Dal nostro paese abbiamo spedito secondo l’indagine 10 diversi prodotti agrochimici pericolosi destinati a Stati Uniti, Australia, Canada, Marocco, Sud Africa, India, Giappone, Messico, Iran e Vietnam.

In testa alla classifica delle sostanze più spedite dall’Italia nel 2018, pari a due terzi del totale, è stato il trifluralin puro, prodotto da Finchimica.

Secondo Greenpeace, si tratta di un sospetto cancerogeno vietato in Ue già dal 2007 a causa della sua elevata tossicità per i pesci e altri organismi acquatici ma anche per la sua elevata persistenza nel suolo.

Al secondo posto (con 1.820 tonnellate) troviamo a un altro sospetto cancerogeno per gli esseri umani: l’erbicida l’ethalfluralin, esportato soprattutto in Canada e Stati Uniti e prodotto sempre da Finchimica.

A seguire troviamo un diserbante a base di atrazina, un erbicida tossico vietato nel 2004, esportato da Sipcam Oxon (300 tonnellate) in Sudan, Israele, Stati Uniti e Sud Africa.

La stessa azienda ha inoltre notificato una prevista esportazione di 220 tonnellate di diserbante a base di alachlor in Sud Africa, altro sospetto cancerogeno classificato come molto tossico per gli organismi acquatici e considerato come un potenziale interferente endocrino dalla Commissione europea nel 2000.

Si tratta di una delle poche sostanze chimiche che rientra nei criteri per essere elencato come pesticida pericoloso ai sensi della Convenzione di Rotterdam.

E non è finita: altri pesticidi vietati notificati per l’esportazione dalle autorità italiane includevano 400 tonnellate in Marocco del fumigante 1,3-dicloropropene e 329 tonnellate di insetticidi a base di propargite, in India, Vietnam e Marocco. Entrambe le sostanze sono state classificate come probabili cancerogeni per gli esseri umani dall’EPA.

Perché esportiamo pesticidi pericolosi per la salute e l’ambiente?

La domanda da porsi è: perché se l’uso di questi pesticidi è vietato in Europa perché considerato pericoloso, essi vengono comunque venduti altrove col benestare delle stesse autorità europee? Senza contare che molti degli alimenti che circolano in Europa provengono proprio dai Paesi in cui vengono vendute queste sostanze tossiche.

 

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