I ratti riescono a orientarsi semplicemente osservando come fa un loro simile

707* 12 agosto 2022

I ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze dei Sistemi di Marsiglia hanno dimostrato che ai ratti basta osservare i loro simili per conoscere una posizione specifica in un ambiente.

Riescono a farlo semplicemente osservando  un altro ratto.

Lo studio aggiunge un nuovo elemento alle ricerche sui modelli di orientamento interni dei ratti. Va a fornire, altresì, dettagli utili anche per la conoscenza degli stessi modelli per gli altri animali, esseri umani compresi.

Imparare a orientarsi in ambienti nuovi è fondamentale per la sopravvivenza e, anche in questo caso, dimostra quanto questo roditore sia intelligente.

“Per quanto riguarda la navigazione spaziale, ciò che sappiamo è che gli animali possono costruire delle mappe cognitive, ovvero delle vere e proprie mappe geografiche mentali, grazie ad alcune cellule differenziate presenti nel cervello.

Fra questi tipi cellulari troviamo le cellule della materia griglia, ossia un raggruppamento di corpi cellulari distribuiti sulla superficie degli emisferi cerebrali e in altri distretti del cervello, le cellule del bordo, neuroni presenti nell’ippocampo che rispondono alla presenza di un confine ambientale a una particolare distanza, le cellule di direzione della testa, neuroni che si attivano solo quando la testa dell’animale punta in una direzione specifica, e le cellule di posizione, neuroni dell’ippocampo che si attivano quando un animale entra in un particolare spazio.

I processi che controllano le mappe cognitive e come tutti questi tipi cellulari funzionino in coordinazione in un’orchestra di impulsi neurali è ancora poco conosciuto. In particolar modo quello che i ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze dei Sistemi hanno verificato è se queste mappe si possono formare anche solo osservando un altro individuo, senza un’esperienza diretta dello spazio”.

Gli studiosi hanno, quindi, progettato un ambiente diviso in due parti con uno spazio interno e uno esterno.

Nello spazio esterno un ratto “osservatore” poteva vedere un ratto esploratore orientarsi e cercare una ricompensa alimentare nascosta.

Dopo aver osservato attentamente le imprese esplorative del ratto all’interno, dunque, il ratto osservatore veniva posto nello stesso ambiente per vedere se anche lui avrebbe trovato la ricompensa nascosta nello stesso punto.

Nello studio i ratti osservatori hanno confermato l’ipotesi dei ricercatori in modo sorprendente. In effetti ogni animale sapeva perfettamente dov’era nascosta la ricompensa con un successo nella ricerca del 100%, contro un misero 12% dei ratti esploratori che il più delle volte, quindi, rimanevano senza.

 

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