Ragno violino: è così pericoloso il Loxosceles rufescens?

614* 07 febbraio 2022

(Articolo a cura di Matteo Gozzini per aracnofilia.org)

Molto spesso la cattiva fama del “ragno violino” torna in auge scatenando improvvisi quanto immotivati allarmismi. Cerchiamo quindi di far luce sulla reale pericolosità di Loxosceles rufescens.

Com’è fatto il ragno violino?

Il Loxosceles rufescens, comunemente detto “ragno violino” europeo, è un ragno originario dei paesi dell’area mediterranea ed è solo un parente dei ragni americani ben più famosi e pericolosi (come Loxosceles reclusa e Loxosceles laeta).

Animale di dimensioni abbastanza piccole (massimo 9 mm di corpo e 4-5 cm con le zampe), si presenta di colore marrone chiaro, con addome uniforme e una macchia sul prosoma che può vagamente ricordare la forma di un violino, da cui il nome.

A differenza della gran parte degli altri ragni, possiede 6 occhi invece che 8, disposti in modo caratteristico in tre coppie.

Ha zampe allungate, sottili, e disposte appiattite lateralmente, che gli permettono di nascondersi in anfratti angusti e piccolissime fessure.

Non costruisce ragnatele vistose ma generalmente si limita a tessere dei fili disordinati nelle zone che usa come nascondiglio.

Il suo habitat naturale è l’ambiente mediterraneo, caldo e asciutto, dove vive nascosto tra gli anfratti delle pietre.

Si è però ben adattato alle nostre case, che gli offrono un clima idoneo tutto l’anno. Per questo motivo lo si può trovare in tutta Italia, sia al nord che al sud, anche nelle zone più urbanizzate.

Animale schivo e notturno, durante la giornata rimane nascosto nelle fessure dei vecchi muri, dietro ai battiscopa, agli infissi, ai mobili, ai quadri, dietro scatoloni e materiale accatastato nei ripostigli, con predilezione per i materiali tessili.

Soltanto durante le ore più tranquille e buie invece lo si troverà in movimento, comunque nei dintorni del riparo.

Per questo motivo la sua presenza passa molto spesso inosservata e le osservazioni risultano fortuite.

E’ un animale tipico della fauna mediterranea, che in Italia è normalmente presente da sempre sia in natura, dove il clima risulta più favorevole, sia nelle abitazioni.

Non è quindi una specie alloctona come molti vogliono far credere: stando le attuali conoscenze la sua presenza sul territorio non è in espansione e risulta inoltre documentata da oltre 100 anni.

Essendo un ragno dall’aspetto abbastanza modesto però, di solito non desta particolare attenzione e non viene notato risultando quindi “nuovo” per chi lo incontra accidentalmente per la prima volta.

E’ pericoloso?

Senza dubbio tra le specie di ragno italiane è una delle due con un veleno in grado di creare problemi di rilevanza medica.

Questi però sopraggiungono solo in una piccola minoranza dei casi di morsicature, soprattutto in persone già debilitate o particolarmente sensibili alla tossina inoculata.

Il suo veleno ha un’azione citotossica, agisce quindi disgregando i tessuti nei dintorni della zona colpita.

Nella maggioranza dei casi il morso si risolve a livello cutaneo con un arrossamento dell’area interessata, ed eventualmente una piccola lesione cutanea che fatica a rimarginarsi.

In casi più rari invece la lesione necrotica può diventare di dimensioni più importanti, necessitando così di cure specifiche, atte anche ad evitare infezioni successive.

A differenza dell’altra specie di rilevanza medica (Latrodetus tredecimguttatus, la malmignatta) che vive normalmente in zone naturali poco frequentate, il ragno violino, come detto, è molto comune in ambiente domestico.

Nonostante questo, la sua indole molto schiva e per nulla aggressiva fa si che questo ragno ricorra al morso solo in casi veramente rari, qualora ad esempio si trovi nei vestiti o nelle scarpe e venga inavvertitamente schiacciato.

Non è semplice avere una casistica completa riguardante questo ragno per una serie di motivi.

Intanto il suo morso è praticamente indolore nell’immediato e gli eventuali sintomi compaiono in 24/48 ore. Chi viene morso quindi, di solito non se ne accorge subito.
In secondo luogo, le conseguenze del morso del ragno violino sono indistinguibili da molte lesioni che possono essere causate da altri artropodi, come anche da infezioni cutanee di altra origine: è quindi scientificamente impossibile poter risalire con certezza alla causa della lesione se non si è visto il ragno mordere.

In caso di morso accertato è sempre opportuno avere il parere di un Centro Antiveleni i cui medici sapranno consigliarvi al meglio.

Se possibile è meglio conservare e/o fotografare l’animale che vi ha morso, anche “ciabattato”, per avere una sicura identificazione e poter agire nella maniera più opportuna.

E’ un emergenza sanitaria in Italia? Perché se ne parla tanto ora?

E’ un ragno che appartiene naturalmente alla nostra fauna, in Italia è presente da sempre e non si hanno evidenze di una sua espansione o aumento della sua pericolosità.

A livello nazionale i casi di morsi accertati sono poche unità l’anno e i casi con conseguenze gravi sono veramente rari.

Ad oggi nessun decesso può essere certamente attribuito al morso di questo ragno.
Negli ultimi anni è salito agli onori delle cronache e compare spesso nelle testate on-line con titoli “acchiappa click” e notizie quasi sempre esagerate o infondate.

Non c’è nessun motivo per preoccuparsi ora più di quanto non si sia fatto in passato.

E’ certamente un ragno a cui prestare attenzione, ma il suo impatto sulla salute pubblica è sostanzialmente insignificante.

Conviviamo normalmente e senza troppa ansia con animali più pericolosi, ad esempio api, vespe, calabroni, zecche e zanzare che ogni anno causano decine di vittime.

Senza pensare a tutti i composti chimici potenzialmente mortali o i farmaci che utilizziamo ogni giorno: sono centinaia e centinaia le intossicazioni, anche gravi, sul nostro territorio e di certo nessuno si mette a scrivere articoli sulla pericolosità dell’ammoniaca o lo sturalavandini.

Con un po’ di accortezza – sempre necessaria verso gli animali selvatici, di qualsiasi tipo – il ragno violino non rappresenta una grande emergenza sanitaria nel nostro paese e quindi il diffuso clamore è del tutto ingiustificato.

L’ho trovato in casa… cosa faccio?

E’ piuttosto facile trovarsi in casa una popolazione di questi ragni, è quindi comprensibile l’apprensione di chi se ne trova qualche esemplare a passeggio per la camera da letto.

Prima cosa da fare è capire l’entità del problema: essendo animali predatori dalla biologia piuttosto lenta, non si tratta di animali infestanti in senso stretto, come le blatte ad esempio, e quindi non si hanno esplosioni demografiche improvvise.

Se si rinviene un esemplare per la prima volta, probabilmente la realtà è che questa specie è presente da molto tempo, e magari ci avete convissuto per anni senza mai accorgervene.

Se gli incontri sono sporadici, con un po’ di attenzione e ordine nelle stanze, il problema di fatto non sussiste.

Basta stare attenti a non lasciare vestiti sul pavimento, magari controllare lenzuola, cuscini e scarpe prima di usarli e cercare di tenere ordinati gli ambienti che potrebbero offrirgli rifugio (come sgabuzzini e ripostigli).

Se gli incontri sono più frequenti, può essere opportuno intervenire per cercare di ridurre la popolazione.

Purtroppo in alcune situazioni, come ad esempio edifici storici con pareti in muratura ricche di possibili nascondigli, è abbastanza difficile pensare di riuscire ad eliminarli totalmente.

Si può però utilmente agire all’interno delle singole unità abitative, sigillando infissi, battiscopa, fessure nei muri, passaggi per tubature e tutti gli anfratti in cui possa stabilmente nascondersi o che possa utilizzare per accedere dall’esterno.

La disinfestazione in senso stretto normalmente non è necessaria, è di difficile attuazione e prevede interventi molto invasivi come la fumigazione, che normalmente non sono giustificati data la scarsa entità del problema, che può essere facilmente controllato in altra maniera.

 

 

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