Addio all’uomo che sussurrava alle formiche

583* 28 dicembre 2021

“È dalla spinta egoistica a migliorare la propria condizione che sono nate tante idee utili per tutti, mentre è dalla dualità bene-male che deriva gran parte della nostra produzione artistica”.
Addio a Edward Osborne Wilson, lo studioso che sussurrava alle formiche.
Conosceva tutto di loro: comportamenti, vita sociale, comunicazioni, guerre, schiavitù e alleanze.
Negli anni ’50 i pesticidi distrussero tutto ma non la Solenopsis invicta che infestava il Paese. È una delle tante storie raccontate dallo studioso in  mirmecologia (parte dell’entomologia che studia le formiche) di Harvard che ha dedicato la vita ai minuscoli insetti.
Si apprende da lui che le formiche sono guerrafondaie, monarchiche assolute, schiaviste, poco rispettose dei morti e pronte a sacrificare anziani e fragili.
Nessuna calunnia, tutto documentato da quasi cent’anni di studi da parte di Edward O. Wilson.

Due volte premio Pulitzer, Wilson scrisse articoli e libri di successo mondiale.

Fece conoscere a tutti la parola “biodiversità”, ossia la diversità della vita a tutti i livelli, e a elencarne i valori.

Nel suo libro forse più bello, La conquista sociale della Terra, racconta la storia della nostra specie come un’epopea evolutiva: una conquista magnifica e improbabile.

Pensava che i due maggiori conquistatori sociali della Terra fossero i «super-organismi» formati da api, vespe, termiti e formiche, da una parte, e i gruppi umani, dall’altra.

La nostra natura è chimerica, scriveva: l’evoluzione ci rende capaci di altruismo e cooperazione, tanto quanto di aggressività e tribalismi.

Sposava un’antropologia pessimista, non senza squarci di speranza: dopo tutto, è vero che le formiche hanno città, giardini e meravigliose simbiosi, ma non uno Shakespeare che ne racconti i tormenti interiori.

 

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