1386* 02 novembre 2025
L’urina dei roditori contiene sostanze chimiche fluorescenti che brillano quando illuminate da una lampada UV (blacklight, “luce nera” che emette radiazioni ultraviolette), pertanto tale luce è molto efficace nel condurre ispezioni e monitoraggi per individuare la presenza di animali molesti.
In particolare, l’urina dei topi contiene l’acido 3-aminometil-5-metil-esanoico (AMMH) che può fluorescere alla luce UV, mostrando una colorazione che può variare dal bianco al bluastro, dal giallo al verde.
Per rilevare l’urina dei topi e, quindi, capire e scovare i loro eventuali passaggi, si deve creare un ambiente il più buio possibile.
Indossando opportuni occhiali protettivi si utilizza il fascio di luce indirizzandolo lentamente nelle zone in cui si sospetta la presenza della sostanza organica.
Le tracce di urina, anche quelle più piccole, appaiono come fluorescenze.
Tali rilevamenti aiutano le strategie della derattizzazione professionale, individuando i percorsi di movimento attraverso le tracce di urina altrimenti invisibili ad occhio nudo.
Anche altre sostanze possono fluorescere alla luce UV, quindi l’interpretazione da parte del tecnico disinfestatore delle tracce va fatta con attenzione e nel contesto di un controllo generale dell’ambiente.
La luce UV che individua le tracce di urina dei topi, in effetti, identifica anche l’urina di altri animali come i ghiri, perché la fluorescenza alla luce UV è causata appunto da sostanze chimiche comuni all’urina di molti mammiferi, come proteine e fosforo.
Attribuire con certezza le macchie a topi o ghiri e non confonderle con quelle di animali domestici o altro, può farlo un tecnico del Pest Management osservando il contesto ambientale e i segni specifici della presenza di ciascun animale.
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