Formiche… di Val Formica

803* 28 dicembre 2022

A circa 20 minuti da Asiago (provincia di Vicenza) si trova la Val Formica (1700 m s.l.m.), una stupenda e soleggiata valle di alta montagna, attorniata da distese di prati, pascoli di mucche, dove non difficilmente si possono scorgere anche animali come le marmotte.
Val Formica deve il nome ai numerosi formicai che si trovano nei boschi di questa località.
Anche lo scrittore Mario Rigoni Stern, nel romanzo “Stagioni”, scrive: “…Prese il sentiero che scendeva per la Val Formica e capì perché si chiamasse così, era naturale, ad averci pensato: in quel bosco c’erano molti formicai, anche alti come lui, costruiti con gli aghi di conifere …”.
In effetti, le formiche operaie di alcune specie forestali trasportano piccoli pezzi temperati di resina di conifere, che sono utilizzati per costruire il nido.
Sapendo che i nidi, come altre realtà (ad esempio i casi delle monocolture nelle coltivazioni di cereali…)  sono terreno di sviluppo ideale per gli agenti patogeni (es: funghi), le colonie di formiche sembrano invece possedere una specie di “immunità sociale” e dei meccanismi di difesa collettiva assai sorprendenti, grazie all’utilizzo delle conifere.
Approfondendo: solitamente un fungo si sviluppa all’interno del corpo della formica morta, sottraendone tutti i liquidi contenuti.
In questo modo le carcasse delle formiche divengono come mummificate, ricoprendosi con una densa pelliccia biancastra che alla fine della generazione successiva rilascerà il proprio contenuto di spore pericolose e spesso mortali per tutto il nido.
Ciò non succede nelle aree in cui vi sono le conifere.
I nidi costruiti con elementi di resina di conifera sono protetti da questa in quanto “materiale da costruzione aromatico” che cicatrizza le ferite delle formiche.
Diverse sostanze organiche contenute nella resina inibiscono infatti la crescita di batteri e di funghi – non solo sulle conifere stesse, ma anche all’interno delle colonie di formiche.
È stato quindi dimostrato che grazie a questa specie di “farmaco collettivo” gli insetti riescono a meglio proteggere le loro nidiate dalle malattie e dagli agenti patogeni.

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