L’olfatto delle formiche è il più preciso in natura. Scoperto come sentono gli odori

1370* 02 ottobre 2025

È stato scoperto come i neuroni selezionano i recettori olfattivi e permette alle formiche di captare gli odori in modo completo e complesso.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Current Biology, condotta dagli scienziati del Laboratorio di Evoluzione Sociale e Comportamento del Rockefeller Center.

Gli scienziati hanno analizzato i recettori delle formiche predatrici clonali. I feromoni guidano gli insetti verso il cibo, avvisandoli della presenza di predatori e regolando i ritmi delle colonie.

È un sistema di comunicazione chimica, governata dai neuroni.

I genomi delle formiche contengono centinaia di geni per i recettori olfattivi che codificano un recettore sintonizzato su sostanze chimiche specifiche.

Se un neurone evidenziasse più recettori contemporaneamente, i messaggi che arriverebbero al cervello verrebbero confusi e la formica perderebbe il suo olfatto così finemente calibrato.

Gli studiosi hanno individuato il processo con cui i neuroni selezionano i recettori olfattivi.

I risultati risolvono il mistero di come tali insetti mantengano puliti i segnali sensoriali.

Ogni neurone deve avere una propria identità molecolare.

Le formiche hanno diverse centinaia di recettori olfattivi. Molti di essi sono quasi identici tra loro.

In questa situazione è interessante capire come avvenga l’attivazione di un singolo gene.

Il lavoro porta alla luce che, quando un neurone di formica attiva il gene recettore prescelto, l’RNA polimerasi, che copia il DNA in RNA, continua oltre il punto finale del gene, riversandosi in quelli successivi.

In questo modo, si verificano dei trascritti che restano intrappolati nel nucleo.

Gli esperti teorizzano che questi trascritti non siano funzionali, ma che la loro stessa produzione sia ciò che silenzia i geni a valle.

Nel frattempo, il neurone genera anche RNA nella direzione opposta, perciò la polimerasi agisce da ostacolo per silenziare i geni a monte che altrimenti avrebbero potuto attivarsi.

Il risultato è uno scudo genetico protettivo attorno al gene recettore bersaglio.

Questo dimostra che gruppi ristretti di geni correlati possono essere governati da meccanismi di salvaguardia bidirezionali.

Lo studio offre un modello di come i genomi potrebbero tenere sotto controllo grandi famiglie di geni e fare chiarezza perché le formiche sviluppano nuovi recettori olfattivi così velocemente.

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