I rimedi della nonna e i Testi Antichi

589* 06 gennaio 2022

Se chiedessimo alle nonne come abbiano fatto ad arrivare alla loro età in salute, a risolvere piccoli problemi pratici, aggiustare o migliorare la quotidianità in genere facendo attenzione a risparmiare, inizierebbero a raccontare aneddoti e rimedi “infallibili”.

In certe occasioni questi possono essere “miracolosi”, tanto che gli esperti del caso specifico possono consigliarli.

Non vengono a mancare quelle che sono le soluzioni che provengono da “scoperte” o invenzioni antiche, tramandate da generazione a generazione grazie anche ad alcuni testi antichi.

I Rimedi della nonna e i Testi Antichi.

Molte sono le testimonianze antiche che narrano e tramandano la sapienza degli antenati nel cercare di salvaguardare le derrate dall’incursione dannosa di piccoli animaletti, i quali potevano ridurne l’espansione e trasmettere malattie agli umani.

Ad esempio, si legge nell’Antico Testamento o nei testi in sanscrito, scritti venti secoli prima di Cristo, prescrizioni che obbligavano a mettere l’acqua da bere in paioli di rame, al fine di garantirne la conservazione lontana da agenti esterni e tutelare nel contempo regole di igiene.

Quando i Greci scoprirono che alcuni animaletti si nutrivano di quello che loro ritenevano essere esclusivamente il loro cibo, li nominarono “paràsitos”.

Una volta, il luogo ideale per il nutrimento e l’insediamento di tali parassiti erano, soprattutto, i granai che offrivano loro cibo in modo abbondante.

La necessità di conservare a lungo sia i prodotti di stagione, sia quelli di origine animale, per avere a disposizione delle scorte da consumare, richiese l’escogitare tecniche, seppur semplici, ma diversificate a seconda degli alimenti.

Un sistema era senz’altro dato dall’essiccazione dei cereali dei legumi prima dell’immagazzinamento per far si che gli insetti delle derrate sarebbero fuggiti dall’alimento riscaldato dal sole.

Nel primo secolo dopo Cristo si edificavano magazzini per cereali aperti ai venti dall’Est e Nord, elevati dal terreno per evitare l’arrampicamento da parte dei roditori.

Qualora fosse stato possibile si  immagazzinava i frutti secchi in opportune buche sotterranee, creando situazioni di ermeticità, tali da uccidere con all’anidride carbonica (naturalmente prodotta dai semi) gli eventuali insetti presenti.

L’essiccazione, assieme all’affimicatura ed alla salatura, veniva utilizzata per conservare carne e pesce.

Anche le foglie di essenzio sminuzzate nella morchia (il residuo acquoso della spremutira delle olive) era negli anni 200 avanti Cristo una mistura ad azione repellente che rendeva difficile l’attacco dei parassiti…

 

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