Rumori nel sottotetto: ghiri, martore, donnole

102* 12 maggio 2020

Nei precedenti post (n° 29 e n° 89) abbiamo già parlato del ratto dei tetti e del ghiro.

Un’esperienza spiacevole è senz’altro data dalla presenza dei roditori accennati. Ma anche
infestazioni da faine, martore e donnole possono essere fastidiose.

Per questo, quando si abita nelle zone boschive o di campagna, è interessante sapere come fare per prevenire la loro visita in modo definitivo.

Questo tipo di animali (così come insetti e volatili) si introducono nelle abitazioni tramite fori e buchi che sono spesso difficili da individuare.
Una volta entrati trovano negli ambienti più caldi, bui e meno frequentati come mansarde, soffitte e sottotetti, il loro rifugio ideale.

La martora è un mammifero solitario, snello ed agile. Ha coda folta e piante delle zampe larghe, con artigli parzialmente retrattili. Il pelo varia dal giallastro al bruno scuro, a seconda della specie, e, in molti casi, è molto ricercato dai cacciatori di pellicce. Si nutre di scoiattoli, topi, conigli, uccelli, loro uova, rettili, anfibi, insetti, ma anche di frutta e semi.

La donnola invece è un mammifero lungo circa 30 centimetri (4 centimetri di coda) il corpo è snello e ricoperto da un pelame soffice di colore fulvo sul dorso, mentre è grigio bianco sul ventre. Le sue zampe sono corte, le unghie aguzze.

Abita aree coltivate ed abbandonate con presenza di vegetazione rada ma non è difficile trovarla anche nei boschi, cespugli e zone rocciose.

Si nutre di roditori, di giovani di coniglio selvatico e di uccelli.
È più attiva durante il tramonto.I maschi vivono separati dalle femmine eccetto che nel periodo degli accoppiamenti. La femmina, prima della nascita dei piccoli, fa scorte di cibo che mette nella tana verso il mese di marzo/aprile.

La faina è un mammifero onnivoro diffuso in gran parte d’Europa.
In Italia abita una grande varietà di ambienti, dalla pianura fino a 2000 m d’altezza.
Ama le aree forestali o boschive e la si trova anche nelle areee vissute dall’uomo.
È un animale attivo di notte. Come rifugi utilizza le cavità o anfratti riparati in antichi ruderi, nei fienili, nelle stalle, nelle pietraie, tra le cataste di legna o nelle cavità naturali delle rocce.

Sono animali solitari ghiotti di carne di piccoli animali, di miele, bacche, uova di uccelli.

Per cibarsi di animali di maggiori dimensioni, come fagiani e ratti, la faina si apposta pazientemente per molte ore nei luoghi in cui le prede sono solite usare come percorso.

I danni, fatti soprattutto quando ricercano il mangiare, sono quelli nei tetti delle case quando spostano le tegole. Provocano danni alla coibentazione termica tra la copertura del tetto e il rivestimento interno dove si rifugiano. Quando attacca un pollaio, frequentemente uccide più prede di quanto possa mangiarne.

Si può supporre la presenza degli animali sopraccitati dai rumori di piccoli e svelti passettini durante le ore notturne.
Altro elemento caratteristico della loro presenza è il frequente e continuo rumore delle travi o listonature di legno della copertura che vengono graffiate e rosicchiate.
Inoltre si può capire dell’intrusione ritrovando i loro escrementi.

Oltre i disagi per danni alle strutture lignee, alle canaline elettriche, possono esserci infiltrazioni d’acqua e dispersione termica. Ed esistono dei rischi sanitari: sonno mammiferi che veicolano agenti patogeni, originanti malattie come salmonella, leptospirosi, tifo murino, ecc.

Per evitare l’invasione bisogna ispezionare i tetti ed individuare le possibili vie di ingresso. Si possono installare apposite reti che ostruiscano ogni via al sottotetto. È un metodo che rispetta l’ambiente e la fauna stessa che, della lista, buona parte risukta essere protetta.

Nelle infestazioni in atto è opportuna la collocazione di trappole non letali di congrua gradezza con esche non avvelenate.
Soluzione, questa, che potrebbe non rivelarsi sufficiente e non definitiva nel tempo se non si adottano le azioni strutturali preventive.

 

 

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