Gli Psocotteri (Psocidi)… piccoli infestanti crescono

1402* 04 dicembre 2025

(Articolo di Maurizio Bocchini, OSD)

Questo gruppo di minuscoli insetti, lunghi generalmente 1-2 mm, possono vivere all’esterno sulle cortecce, le foglie, i nidi degli uccelli, ma molto spesso sono abbondanti anche all’interno di abitazioni, biblioteche, magazzini di stoccaggio, aziende alimentari e sale di stagionatura, dove alcune specie si sono ben adattate.

Oltre che per le dimensioni, si riconoscono per il corpo appiattito, la testa di grosse dimensioni con piccoli occhi laterali, lunghe antenne filiformi.

Alcune specie sono attere, altre presentano abbozzi alari oppure vere e proprie ali membranose tenute a tetto sul corpo. Di colore giallastro, marrone oppure quasi nero, le forme giovanili sono delle miniature degli adulti, i quali possono vivere fino a 6 mesi. Il ciclo biologico varia dalle 4 alle 8 settimane.

Le condizioni ottimali di sviluppo sono sui 20-25 C° e Umidità Relativa di circa il 70%. 

La loro alimentazione è onnivora, potendo consumare qualunque detrito di origine animale e vegetale. Di conseguenza negli edifici possono utilizzare muffe, alghe, licheni, polline, imbottiture vegetali, amido e colla delle rilegature dei libri, derrate come cioccolato, zucchero, pasta, cereali e farina ammuffita, resti di insetti, ecc.

Non amano la luce e tendono a nascondersi in siti polverosi, umidi, tra il materiale non rimosso da lungo tempo e nelle fessure, crepe, anfratti: il legno e la carta rappresentano le superfici preferite su cui muoversi. Vengono spesso denominati “Pidocchi dei libri e della polvere” e i generi più comuni nei locali interni sono rappresentati da Liposcelis, Lepinotus, Lachesilla, Trogium.

Gli Psocotteri oramai vengono considerati come parassiti emergenti nel settore alimentare, in grado di contaminare direttamente il prodotto finito oppure le superfici delle confezioni. Generalmente possono essere trascurati a causa delle loro piccole dimensioni ma non è difficile che durante le ispezioni gli auditor del Pest Control e il personale degli organi di controllo possano rilevarli nelle pellicole termoretraibili dei pallet, sui sacchi, sopra le assi di stagionatura di formaggi e salumi, dove si spostano in gran numero. Anche gli imballaggi e i cartoni ondulati conservati in una struttura scarsamente ventilata e umida sono a rischio di contaminazione da psocidi.

Talvolta la gestione di questi insetti negli ambienti di lavorazione e trasformazione è complicata dalla presenza di più specie, che presentano caratteristiche ecologiche differenti. Nella maggior parte dei casi non creano problemi di erosioni sul prodotto finito/in stagionatura, accontentandosi dei detriti organici. Tuttavia, con infestazioni molto gravi, possono determinare dei fenomeni di allergia cutanea oppure respiratoria al personale, allo stesso modo degli acari. E in ogni caso la loro presenza non può essere accettata.

Nelle aziende alimentari teoricamente una efficace sanificazione degli ambienti e delle superfici in legno (aspirazione dei detriti con attrezzature dotate di filtri EPA), una rapida e razionale movimentazione del materiale nel magazzino e la diminuzione dell’umidità, al di sotto del 50-60%, possono rendere l’ambiente meno idoneo agli infestanti. Ma in ogni caso la classica raccomandazione di correggere nelle strutture produttive il livello di umidità è molto più facile a dirsi che a farsi.

Va ricordato inoltre che le conoscenze sulla reale efficacia degli insetticidi sono scarse e le opzioni di utilizzo sono ulteriormente limitate dalla mancanza di registrazioni come biocidi su questi infestanti o di tecniche di applicazione appropriate per le superfici e gli ambienti che necessitano di un rimedio.

In ambienti sensibili, anche in caso di parziale efficacia di un formulato a base di piretro e/o piretroidi (ad esempio permetrina e deltametrina), non è raccomandato utilizzare una strategia chimica, se non in casi eccezionali; inoltre, se non possiamo intervenire sui parametri ambientali, l’infestazione tenderà a ripresentarsi. Attualmente per il monitoraggio non esistono dispositivi specifici efficaci, anche se in presenza di infestazioni importanti le classiche trappole a colla per striscianti possono catturare numerosi individui, senza però incidere sulla popolazione. In sintesi, si deve applicare sempre la lotta integrata nei confronti di questi parassiti, quasi invisibili, ma difficili da debellare.

 

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