Ratto dei tetti. Alcune interessanti informazioni

871* 02 aprile 2023

Il ratto dei tetti ha un mantello di colorazioni molto diverse tra di loro.

Ciò dipende dalla popolazione di appartenenza.

Perciò, non bisogna limitarsi al colore per distinguere il ratto dei tetti dalle altre.

I ratti neri appartengono alla sottospecie rattus rattus e sono di colore grigio/nero nella parte superiore del corpo, con molti esemplari di colore scuro.

Altre sottospecie (come l’alexandrinus), invece, hanno il pelo di colore marrone/grigiastro ed il ventre grigiastro; la sottospecie “frugivorus” presenta, diversamente, un colore marroncino/grigiastro ed il ventre biancastro come anche e sue parti inferiori.

E tutti possono coesistere nelle stesse aree geografiche.

La caratteristica più evidente che contraddistingue dal Rattus norvegicus (ratto di fogna) la loro forma delle orecchie che, come gli occhi, sono grandi.

Il muso è più appuntito e la coda dal colore uniforme è più lunga del loro corpo.

Alle volte non è così immediato riconoscere le tracce di questo tipo di ratto.

Infatti, le le loro impronte su superfici polverose sono indistinguibili da quelle dei ratti delle chiaviche.

Gli escrementi misurano fino a 12 mm e larghi 2-3 mm, solitamente più piccoli di quelli dei loro “cugini”.

Come descritto nell’articolo n° 29 sono sinantropici, talvolta possono scavare delle tane nel terreno come i ratti di fogna, ma amano prevalentenente vivere nelle parti alte degli edifici (soffitte, controsoffitti, sottotetti).

Amano anche gli allevamenti di animali e muoversi sugli alberi, meglio se da frutto.

La coda viene usata come un bilancere e questo li agevola nell’equilibrio delle loro arrampicate e per muoversi con destrezza e velocità su cavi, rami, canaline ecc.

Si spostano col buio, dalla notte alle prime ore dell’alba anche oltre 150 metri dal luogo in cui sono insediati.

Si nutrono di svariati tipi di alimenti, sia di origine animale che vegetale (semi, frutti, pigne,… cortecce, molluschi ma anche insetti ed aracnidi).

Possono predare anche qualche piccolo mammifero.

Negli ambienti frequentati dagli umani, cercano mangimi per animali, rifiuti, uova, ecc.

Necessitano di molta acqua.

Come altri roditori, sono molto diffidenti e neofobici, sia rispetto a nuovi alimenti presenti che rispetto ad oggetti messi nel loro ambiente, ivi comprese, trappole, erogatori d’esca, ecc.

Vige una gerarchia tra i maschi adulti ma anche nelle femmine.

Raggiungono la maturità sessuale entro quattro mesi ed entro circa 21 giorni possono partorire fino a 7 cuccioli in media.

I parti arrivano anche tre o cinque l’anno.

In Italia sono presenti ovunque, comprese tutte le grandi e le piccole isole.

Le derattizzazioni non sono sempre facili ed immediate.

Il loro muoversi in verticale tra le altezze fa si che gli strumenti di cattura non siano spesso raggiunti.

I danni più evidenti sono in situazioni di industrie alimentari, industrie dei mangimi e di allevamenti.

Ma i danni sono rivolti anche all’agricoltura.

Il ratto dei tetti è anche veicolo della pulce Xenopsylla cheopis portatrice dell’agente eziologico della peste.

I rodenticidi da soli non bastano.

Un’attenta lettura pest-proofing per la gestione corretta dell’ambiente, dei punti di ingresso e dei punti di passaggio in quota, la gestione delle risorse alimentari, il monitoraggio ed il controllo con mezzi fisici (trappole a scatto, ecc.), le ispezioni frequenti… possono essere strategie necessarie per provare ad eliminarli.

 

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