Prassi di riferimento su Pest Management nelle imprese del settore agroalimentare della produzione biologica

868* 29 marzo 2023

(Tratto dal sito aidpi.it. Documento tratto dal sito www.uni.com, a cui è stata comunicata la riproduzione)

In data 21 febbraio 2023 sul sito dell’Ente Italiano di Normazione (UNI) è stata inserita in pubblica consultazione la Prassi di Riferimento (PdR) su “Pest Management nelle imprese del settore agroalimentare della produzione biologica. – Requisiti del servizio”.

Il documento fa parte del progetto più ampio volto alla definizione dei requisiti per la fornitura di un servizio di disinfestazione eseguito conformemente ai principi dello sviluppo sostenibile, promosso da AIDPI, il cui obiettivo punta alla definizione e, successivamente, alla normazione dei servizi di disinfestazione sostenibili, rivolti non solo alle aziende della filiera agroalimentare, ma a qualsiasi cliente fruitore di servizi di disinfestazione dalle aziende, all’Ente Pubblico fino all’ambito domestico.

Per quanto concerne la PdR, la pubblica consultazione ha previsto un mese di tempo (fino al 21 marzo 2023) per garantire la possibilità a chiunque di consultare il testo e di inviare ad UNI osservazioni e proposte di modifica del documento.

Successivamente a quella data il gruppo GL 15 interno ad UNI, il cui coordinatore è Cirillo Menini (consulente di AIDPI, nella foto), si riunirà per prendere in esame le osservazioni pervenute, valutarle, definirne la pertinenza o meno e giungere, quindi, alla stesura definitiva della PdR.

E’ presumibile che il testo deliberato venga posto in pubblicazione sul catalogo UNI a fine aprile 2023, al fine di essere a disposizione di tutti in forma gratuita.

“Questo documento – spiega Cirillo Menini – rappresenta di fatto le linee guida per le attività di Pest Management nelle imprese agroalimentari biologiche.

Il documento è stato elaborato in modo da essere adottabile da tutti coloro che sono interessati alla gestione degli infestanti lungo la filiera bio, pertanto è prevista una fruizione su larga scala, in quanto ne potranno usufruire in primo luogo le aziende di disinfestazione per adottarne le modalità di erogazione dei servizi, ma nello stesso tempo anche le stesse imprese bio food, al fine di richiedere ai fornitori del servizio di adeguarsi a quanto indicato.

Sarà una traccia molto utile anche per i certificatori nel corso degli audit, in quanto nell’ambito del biologico rientrano anche diversi aspetti sulla gestione degli infestanti, che però non sono contemplati all’interno del regolamento UE 848/2018, cardine su cui poggiano tali produzioni a livello europeo. Questo vuoto regolatorio, abbastanza frequentemente, dà luogo a controversie e pareri contrastanti: pertanto la PdR potrà senza dubbio essere un buon supporto per indirizzare sulle modalità di controllo degli infestanti compatibili con la filiera alimentare bio.

In più il documento che abbiamo elaborato potrà essere di aiuto anche ai consulenti delle imprese bio, che offrono supporto per il buon esito degli audit sulla certificazione: si tratta di professionisti che spesso non conoscono gli aspetti operativi del Pest Management, per cui la PdR rappresenterà un valido punto di riferimento”.

“Il concetto base su cui si sviluppa la PdR – continua Menini – sta nella definizione di criteri di gestione degli infestanti che siano compatibili con i metodi di produzione e trasformazione delle produzioni biologiche: un ruolo cruciale, viene dato alla prevenzione mediante il coinvolgimento diretto dell’azienda alimentare in sinergia con il professionista fornitore dei servizi, che deve svolgere un importante ruolo consulenziale, al fine di creare condizioni ambientali che limitino al massimo sia la presenza di organismi nocivi sia le conseguenti problematiche che possono procurare.

Questa modalità di approccio al servizio si traduce infine in un vantaggio anche in termini economici per l’impresa/cliente, in quanto risulterà molto minore la probabilità di dover limitare la produzione per eseguire misure di controllo/disinfestazione.

Un altro aspetto importante è il coinvolgimento dell’azienda/cliente in questo processo: in sostanza l’impresa di disinfestazione non implementa un progetto per così dire standard, ma acquisisce tutte le informazioni sul sito (usi e abitudini delle maestranze, gestione delle aree esterne, condizioni strutturali, processi produttivi, gestione dei rifiuti ecc…), inclusi protocolli o prassi particolari adottate dal cliente, al fine di elaborare una proposta personalizzata e calzante sulle effettive esigenze del contesto in cui si trova ad operare”.

“Desidero ringraziare – afferma Vincenzo Colamartino, presidente di AIDPI – Cirillo Menini e gli altri componenti del gruppo GL 15 all’interno di UNI, per l’ottimo lavoro svolto, che risponde in maniera molto efficace ad un bisogno emergente per le nostre imprese di disinfestazione, da sempre impegnate nell’ambito dell’agroalimentare, ma oggi più che mai coinvolte in servizi verso aziende di produzione biologica.

La PdR rappresenta, quindi, una solida base per offrire servizi di qualità, seguendo criteri di responsabilità e sostenibilità, aspetti sempre più richiesti dal mercato”.

 

Documento tratto dal sito www.uni.com, di cui è editore a cui è stata comunicata la riproduzione. (UNI non è responsabile delle conseguenze che possono derivare dall’uso improprio del testo dei progetti di Prassi di Riferimento in consultazione. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 2 © UNI Via Sannio 2 – 20137 Milano Telefono 02 700241 www.uni.com – uni@uni.com. Documento distribuito gratuitamente da UNI).

UNI/PdR xxx:2023 Pest management nelle imprese del settore agroalimentare della produzione biologica – Requisiti del servizio

La presente prassi di riferimento (PdR) fornisce le linee guida per lo svolgimento del servizio di pest management nel settore agroalimentare della produzione biologica che interessa i prodotti destinati sia all’alimentazione umana che animale dal post raccolta al consumatore finale, compresi gli ambienti utilizzati per la produzione zootecnica, mangimistica e ogni altro settore ove sia applicabile la normativa in materia di produzione biologica.

Avvertenza Il presente documento è un progetto di Prassi di Rifermento (UNI/PdR) sottoposta alla fase di consultazione, da utilizzare solo ed esclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti.

Il processo di elaborazione delle Prassi di Riferimento prevede che i progetti vengano sottoposti alla consultazione sul sito web UNI per raccogliere i commenti del mercato: la UNI/PdR definitiva potrebbe quindi presentare differenze rispetto al documento messo in consultazione.

Questo documento perde qualsiasi valore al termine della consultazione, cioè il 21 marzo 2023.

PREMESSA La presente prassi di riferimento UNI/PdR xx:2023 non è una norma nazionale, ma è un documento pubblicato da UNI, come previsto dal Regolamento UE n.1025/2012, che raccoglie prescrizioni relative a prassi condivise all’interno del seguente soggetto firmatario di un accordo di collaborazione con UNI: A.I.D.P.I. – Associazione Imprese Disinfestazione Professionali Italiane indirizzo La presente prassi di riferimento è stata elaborata dal Tavolo “Servizio di pest management in settore produzione alimenti da agricoltura biologica” condotto da UNI, costituito dai seguenti esperti:

Nome Cognome 1 – Project Leader (organizzazione xyz) Nome Cognome 2 (organizzazione yz) Nome Cognome 3 (organizzazione xyz) Nome Cognome 4 (organizzazione y) Nome Cognome 5 (organizzazione xz)) Nome Cognome 6 (organizzazione z) La presente prassi di riferimento è stata ratificata dal Presidente dell’UNI il …….

Le prassi di riferimento, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione europea”, come previsti dal Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.

Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.

Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione della presente prassi di riferimento, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 4 INDICE 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 2 RIFERIMENTI NORMATIVI E LEGISLATIVI 3 TERMINI E DEFINIZIONI 4 APPROCCIO ALLA GESTIONE DEGLI INFESTANTI NEL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA 5 PEST MANAGEMENT PER IL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA 5.1 Ispezione del sito e definizione del documento di risk assessment 5.2 Definizione del piano di PM 5.2.1 Assistenza al Cliente 5.2.2. Esclusione o pest proofing 5.2.3. Piano di monitoraggio 5.2.4 Gestione delle non conformità relative agli infestanti 6. CONTAMINAZIONE DA RESIDUI DERIVANTI DALL’ATTIVITÀ DI PM 7. TRACCIABILITÀ 8. PERSONALE APPENDICE A: POSSIBILI CAUSE DI CONTAMINAZIONE NELLA FILIERA AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE ALIMENTARE APPENDICE B: PROCEDURE, TECNICHE DI CONTROLLO E PRODOTTI IMPIEGABILI NEL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA APPENDICE C: COMPETENZE E REQUISITI DEL PERSONALE BIBLIOGRAFIA Progetto UNI/PdR XX:2023 ©

5 INTRODUZIONE Il settore agroalimentare della produzione biologica, sia di origine vegetale che della produzione animale e le successive fasi di trasformazione e commercializzazione, è dettagliatamente normato sia a livello europeo sia nazionale.

Tale normativa regolamenta in maniera precisa il metodo di produzione biologica (comprese le attività fitosanitarie in campo e in post-raccolta) e di allevamento biologico e le successive fasi di trasformazione, ma non considera le attività necessarie per garantire che gli ambienti di stoccaggio e lavorazione del prodotto biologico siano mantenuti esenti da infestanti.

Sulla base di questi presupposti si ritiene necessario elaborare la presente prassi per fornire linee guida per lo svolgimento di un servizio di pest management nel settore agroalimentare della produzione biologica.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente prassi di riferimento (PdR) fornisce le linee guida per lo svolgimento del servizio di pest management nel settore agroalimentare della produzione biologica che interessa i prodotti destinati sia all’alimentazione umana che animale dal post raccolta al consumatore finale, compresi gli ambienti utilizzati per la produzione zootecnica, mangimistica e ogni altro settore ove sia applicabile la normativa in materia di produzione biologica. Sono escluse dalla presente PdR la produzione primaria, sia vegetale che animale, già coperte da specifici Regolamenti comunitari, disposizioni legislative nazionali e locali.

Il risultato che intende perseguire il servizio di pest management è prevenire e controllare la presenza di organismi nocivi e i contaminanti da essi derivanti ad un livello tale da non rappresentare un rischio igienico sanitario per la salute e sicurezza per il prodotto e/o il consumatore finale. Con la presente PdR si intendono definire le condizioni e le metodologie di gestione delle attività di pest management, affinché queste siano compatibili con il metodo di produzione biologica o in altri termini affinché non possano causare come effetto collaterale dei rischi di contaminazione del prodotto finale.

2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI Regolamento (UE) n. 2018/848 — norme relative alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Regolamento (UE) n. 2021/1165 — autorizza l’utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica e stabilisce i relativi elenchi. Direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. Decreto ministeriale 22 gennaio 2014 Adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150. Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2012 relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 6 Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare Legge 11 febbraio 1992, n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Rapporti ISTISAN 15-40 Uso dei rodenticidi anticoagulanti in Italia – Misure di mitigazione del rischio e norme di buona pratica. Ordinanza 08-08-2022 Ministero della Salute: Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati. Regolamento (CE) n. 852/2004 norme specifiche sull’igiene dei prodotti alimentari. Regolamento (UE) n. 382/2021 della Commissione del 3 marzo 2021 che modifica gli allegati del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari. Regolamento (CE) n. 853/2004 norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale. Regolamento (CE) n. 183/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 gennaio 2005, che stabilisce requisiti per l’igiene dei mangimi. Regolamento CE 1935/2004, Regolamento del parlamento europeo e del consiglio riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE. Comunicazione 335/01 del 16/09/2022 della Commissione relativa all’attuazione dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare riguardanti le corrette prassi igieniche e le procedure basate sui principi del sistema HACCP. Legge 25 gennaio 1994, n. 82 Disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione. Decreto 7 luglio 1997, n. 274 Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della legge 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione. Circolare n. 34-28/C del 25.11.1997 della Direzione Generale del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato. UNI EN 16636 Servizi di gestione e controllo delle infestazioni (pest management) – Requisiti e competenze UNI/PdR 86:2020 Linee guida per l’applicazione della UNI EN 16636 “Servizi di gestione e controllo delle infestazioni (pest management) – Requisiti e competenze” e definizione dei requisiti formativi per gli operatori del servizio di pest management e relativi metodi di valutazione di conformità UNI 11381:2010 Ambienti delle industrie alimentari – Sistemi di monitoraggio degli infestanti 3 TERMINI E DEFINIZIONI 3.1 Produzione biologica: l’impiego di metodi di produzione conformi al Regolamento (UE) 2018/848 in tutte le fasi di produzione, preparazione e distribuzione.

Progetto UNI/PdR XX:2023 © 7 3.2 Ambiente: Locali, aree, zone e pertinenze dell’industria alimentare nelle quali si attuano le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti. [Fonte: UNI 11381:2010] 3.3 Stabilimento alimentare: settore o area, sia interna che esterna di una impresa del settore alimentare, nelle quali sono svolte attività di produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti. 3.4 Sostanza: elemento chimico e suoi composti, allo stato naturale o ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione, compresi gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurità derivanti dal procedimento utilizzato, ma esclusi i solventi che possono essere separati senza compromettere la stabilità della sostanza o modificarne la composizione. 3.5 Miscela: soluzione composta di due o più sostanze. 3.6 Biocida: Sostanza o miscela, nella forma in cui è fornita all’utilizzatore, costituita da, contenente o capace di generare uno o più principi attivi, allo scopo di distruggere, eliminare o rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica. Sostanza o miscela, generata da sostanze o miscele che non rientrano in quanto tali nel primo paragrafo, utilizzata con l’intento di distruggere, eliminare, rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo, con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica. [FONTE: Regolamento (UE) n. 528/2012 modificato per ragioni editoriali – “Qualsiasi” è stato tolto all’inizio di ognuna delle due definizioni]. 3.7 Principio attivo: Sostanza, presente in natura o generata dalla sintesi chimica, o microrganismo che ha un’azione su o contro organismi nocivi. [FONTE: Regolamento (UE) n. 528/2012, modificata]. 3.8 Organismo nocivo: organismo, incluso agente patogeno, che ha un effetto indesiderato o dannoso per l’uomo, per le sue attività o per i prodotti che impiega o produce, nonché per gli animali o per l’ambiente. [Fonte: Regolamento 528/2012] 3.9 Prodotti fitosanitari: prodotti destinati a a) proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi nocivi o prevenire gli effetti di questi ultimi, a meno che non si ritenga che tali prodotti siano utilizzati principalmente per motivi di igiene, piuttosto che per la protezione dei vegetali o dei prodotti vegetali; b) influire sui processi vitali dei vegetali, ad esempio nel caso di sostanze, diverse dai nutrienti, che influiscono sulla loro crescita; c) conservare i prodotti vegetali, sempreché la sostanza o il prodotto non siano disciplinati da disposizioni comunitarie speciali in materia di conservanti; d) distruggere vegetali o parti di vegetali indesiderati, eccetto le alghe, a meno che i prodotti non siano adoperati sul suolo o in acqua per proteggere i vegetali; e) controllare o evitare una crescita indesiderata dei vegetali, eccetto le alghe, a meno che i prodotti non siano adoperati sul suolo o in acqua per proteggere i vegetali. [Fonte: Regolamento 1107/2009, definizione modificata] 3.10 Autorizzazione ovvero registrazione: atto amministrativo mediante il quale l’autorità competente di uno stato membro autorizza la messa a disposizione sul mercato e l’uso di un biocida o di un prodotto fitosanitario. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 8 3.11 Feromone: sostanza chimica secreta da un insetto o prodotta per sintesi che influenza il comportamento o lo sviluppo di altri individui della stessa specie. Le principali tipologie di feromoni sono: sessuali, di aggregazione, di allarme. 3.12 Valutazione del rischio (risk assessment): identificazione dei potenziali rischi derivanti dalla presenza di organismi nocivi con relativa quantificazione in relazione alla gravità e probabilità di accadimento. 3.13 Ispezione: visita condotta da un Tecnico Esperto presso il sito del cliente volta all’individuazione e al rilievo puntuale di elementi specifici e della loro relativa conformità rispetto ad un criterio predefinito. La valutazione di tali elementi fornisce evidenze e consigli di tipo tecnico descritti in uno specifico documento, p.e. risk assessment, rapporto di ispezione, ecc. 3.14 Sopralluogo: visita condotta dal fornitore professionale del servizio presso il sito del cliente, volta ad individuare e rilevare tutti gli elementi utili per definire il più adeguato piano di PM e relativa proposta tecnico-economica finalizzata alla sottoscrizione di un contratto. Il piano di PM deve tener conto delle indicazioni riportate nel documento di risk assessment, che ne diventa parte integrante. 3.15 Pest management (PM) in ambito biologico: insieme delle operazioni finalizzate alla prevenzione, al monitoraggio e al controllo degli organismi nocivi negli ambienti e impianti destinati alla produzione, allo stoccaggio, alla lavorazione, alla distribuzione e alla somministrazione degli alimenti biologici. 3.16 Tecnico esperto in PM in ambito biologico (tecnico esperto): figura professionale interna al fornitore professionale del servizio o in collaborazione professionale contrattualmente documentata con il fornitore professionale di PM, in possesso di adeguata formazione di base sul biologico (vedere appendice C). Ha la responsabilità di assicurare al Responsabile Tecnico la formazione e le competenze degli utenti professionali ed il loro rispetto dei protocolli del servizio definiti. 3.17 Referente tecnico in PM in ambito biologico (referente tecnico): figura professionale interna al fornitore professionale di PM o esterna all’impresa da essa incaricata, in possesso di adeguata formazione di base sul biologico (vedere appendice C), incaricata della gestione e supervisione di tutti i servizi erogati nella filiera agroalimentare biologica. Nota: la figura di referente tecnico può coincidere con la figura del tecnico esperto. 3.18 Operatore tecnico in PM in ambito biologico (operatore tecnico): figura professionale operativa interna al fornitore professionale di PM, in possesso di adeguata formazione (vedere appendice C), incaricata dello svolgimento del servizio, dal pest proofing, al monitoraggio, alle operazioni di controllo e compilazione della relativa reportistica essenziale per la tracciabilità. 3.19 Operatore del Settore Alimentare (OSA): persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell’impresa alimentare posta sotto il suo controllo, come previsto dal Regolamento CE n. 178/2002.

4 APPROCCIO ALLA GESTIONE DEGLI INFESTANTI NEL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA L’applicazione efficace di un servizio di PM nel settore agroalimentare della produzione biologica a garanzia del prodotto finale, non può prescindere dalla valutazione e verifica dell’adeguatezza dei seguenti fattori: Progetto UNI/PdR XX:2023 © 9 a) condizioni ambientali esterne, sia riferite al sito che all’ambiente e al territorio circostante; b) tipologia costruttiva e lo stato di manutenzione della struttura, la strutturazione e le condizioni di manutenzione degli impianti di lavorazione, il livello di prevenzione inteso come proofing strutturale e impiantistico; c) gestione, intesa come flusso di processo, igiene di ambienti e impianti di lavorazione, comportamenti del personale in riferimento alla prevenzione all’ingresso e proliferazione di organismi nocivi. Ne consegue che, per gestire un servizio di PM efficace in conformità alle condizioni previste nell’ambito della produzione agroalimentare biologica, è indispensabile il coinvolgimento di due soggetti con elevate competenze tecniche e potere decisionale che lavorano in simbiosi, individuabili in: – Tecnico esperto; – Operatore del Settore Alimentare (OSA) o suo delegato al quale è in capo la responsabilità di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell’impresa alimentare posta sotto il suo controllo. Il tecnico esperto deve valutare, mediante la redazione del documento di risk assessment, ogni aspetto inerente i tre fattori a), b), e c) sopra elencati e segnalare all’OSA quelli che sono gli interventi e le migliorie (azioni di prevenzione) da apportare affinché l’adozione di un adeguato piano di PM sia in grado di garantire la salubrità degli alimenti e dell’ecosistema circostante. L’OSA deve prendere in carico le evidenze e i consigli del Tecnico esperto e attuarli in maniera adeguata e secondo un timing condiviso con esso. In caso di individuazione di merce infestata o presunta, l’OSA deve individuare opportune misure di isolamento per evitare la diffusione degli infestanti all’ambiente o ad altri prodotti presenti nel sito produttivo.

5 PEST MANAGEMENT PER IL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA 5.1 Ispezione del sito e definizione del documento di risk assessment Il tecnico esperto, a seguito dell’ispezione svolta presso il sito del cliente, con l’eventuale ausilio di planimetrie e foto per ogni area o locale individuati, procede alla redazione del documento di risk assessment che deve prendere in considerazione, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, almeno i seguenti elementi: – ambiente circostante esterno al sito; – aree esterne di pertinenza del sito; – fabbricati e impianti annessi; – sito produttivo, con chiara suddivisione di locali e aree in base alla destinazione d’uso es. locali tecnici, locali di servizio, magazzini di materie prime o prodotto finito, locali di lavorazione, locali di confezionamento, spedizione, ecc. Le aree e gli impianti destinati alla produzione biologica, laddove questa coesista con la produzione convenzionale, devono essere chiaramente identificate. Nel documento di risk assessment, a seguito di consultazione con l’OSA, il tecnico esperto deve inoltre definire: – attività in capo all’OSA finalizzate alla prevenzione dagli infestanti (proofing), p.e. interventi strutturali, manutenzioni, gestione, pulizia, ecc.; Progetto UNI/PdR XX:2023 © 10 – casi di infestazione pregressi o infestazioni presenti; – potenziali infestanti da prevenire, monitorare e controllare in riferimento al tipo di produzione svolta; – numero e tipologia di dispositivi necessari per il monitoraggio e il controllo dei potenziali infestanti; – livello di rischio di infestazione che potrebbe diventare causa di contaminazione diretta o indiretta del prodotto finito, da attribuire alle diverse aree o settori produttivi; – livello o soglia massima di infestanti tollerabile, inteso come numero di infestanti per dispositivo o per area/reparto riferito ad un determinato periodo temporale, rispetto alla tipologia di infestante, distintamente per area o settore, che sarà inversamente proporzionale al livello di rischio attribuito; Nota 1: i livelli o soglie massime di infestanti tollerabili vanno riferiti agli ambienti e non al prodotto processato. Sono definiti dall’OSA sulla base di esigenze specifiche e dei trend storici riscontrati nei monitoraggi specifici per infestante e per area. Dette soglie non sono da intendersi statiche ma soggette ad aggiornamento sulla base delle verifiche di adeguatezza, per esempio, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, in occasione della verifica e aggiornamento del documento di risk assessment, verifica periodica dei trend di monitoraggio, rivalutazione/conferma del piano di PM in corso, in caso di variazioni del sito o del processo, in caso di gravi non conformità dovute ad infestazione, a seguito dell’adozione di standard o linee guida specifiche. – principali azioni correttive da attuare al superamento dei livelli soglia definiti, con chiara indicazione delle competenze e delle tempistiche, incluse le relative modalità di verifica dell’efficacia delle azioni correttive attuate. L’ispezione del sito per la rivalutazione e l’aggiornamento del documento di risk assessment deve essere prevista: – in caso di modifiche attinenti all’edificio o ai processi di produzione che potrebbero incidere sulle attività di gestione degli infestanti; – al manifestarsi di gravi infestazioni, tali da richiedere la sospensione delle lavorazioni e l’adozione di azioni correttive con biocidi non conformi ai requisiti di produzione biologica di cui all’Appendice B, punto 10, e comunque – con cadenza almeno annuale. 5.2 Definizione del piano di PM Il fornitore professionale di servizi, sulla base degli esiti del sopralluogo svolto presso il sito del cliente e delle evidenze risultanti dal documento di risk assessment, deve redigere un adeguato piano di PM che dove considerare quanto indicato nei punti successivi. 5.2.1 Assistenza al cliente Il fornitore del servizio deve fornire al cliente consigli e indicazioni utili per rendere gli ambienti inaccessibili e inospitali agli organismi nocivi, con chiari riferimenti a tecniche, metodi o procedure tese a ridurre il rischio di insediamento e colonizzazione degli ambienti dove viene lavorato o manipolato il prodotto (pest proofing). La funzione di assistenza tecnica al cliente deve essere prevista contrattualmente ed essere parte integrante del contratto di PM che deve contenere i riferimenti ai protocolli interni dell’azienda del cliente. Salvo diversamente pattuito contrattualmente, in accordo con l’OSA, il fornitore professionale del servizio di PM può rivolgersi anche a figure terze con le quali pianificare audit preliminari e periodici. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 11 5.2.2. Esclusione o pest proofing. Nel settore agroalimentare della produzione biologica ancor più rispetto alla filiera convenzionale, una efficace attività di esclusione è di fondamentale importanza per poter prevenire efficacemente le infestazioni, per questo il servizio di PM deve includere l’individuazione e comunicazione all’OSA di tutte quelle misure a carico degli immobili e/o degli impianti o relative a comportamenti tese a minimizzare il rischio di colonizzazione ambientale da parte degli organismi nocivi. Tale segmento del piano di PM richiede la stretta collaborazione tra il fornitore professionale del servizio e l’OSA. Considerata la specificità delle competenze richieste che possono talvolta uscire dal campo del PM, il fornitore professionale di servizi di PM e l’OSA possono concordare di avvalersi della collaborazione o del supporto di figure terze. 5.2.3. Piano di monitoraggio Nel piano di monitoraggio sono registrate le dinamiche di infestazione nello stabilimento e messi in evidenza i potenziali infestanti e i livelli di rischio risultanti dal documento di risk assessment. Il piano di monitoraggio deve prevedere la gestione almeno dei seguenti elementi: – planimetria mantenuta aggiornata dell’intero stabilimento, con evidenziata la tipologia dei dispositivi per il controllo degli infestanti e la loro esatta collocazione; – informazioni tecniche e di sicurezza relative ai dispositivi e prodotti impiegati per il monitoraggio degli infestanti; – report di monitoraggio di tipo analitico da rilasciare al cliente ad ogni controllo, contenente elenco e tipologia dei dispositivi monitorati con la descrizione della collocazione, nome commerciale quantità e n. di lotto dei biocidi impiegati, specie target, livello di soglia massima, non conformità rilevate, azioni correttive consigliate di competenza del fornitore e di competenza del cliente, tempistiche di attuazione, eventuali ulteriori note aggiuntive; – personale di riferimento per il PM, sia per parte del fornitore professionale del servizio sia per parte dell’OSA (p.e. Pest Management Team). 5.2.4 Gestione delle non conformità relative agli infestanti Nel caso di azioni correttive necessarie per riportare la presenza di infestanti entro livelli di sicurezza per il prodotto processato, tali attività devono essere già definite almeno per sommi capi nel piano di PM e non potranno essere in contrasto con quanto previsto nella normativa di riferimento per la produzione biologica, nonché allineate con quanto previsto nell’allegato B.

6. CONTAMINAZIONE DA RESIDUI DERIVANTI DALL’ ATTIVITÀ DI PM Considerato che nello stesso sito produttivo possono coesistere sia processi di tipo convenzionale sia biologico devono essere adottate tutte le precauzioni necessarie affinché gli eventuali trattamenti ambientali eseguiti non determinino rischi di contaminazione da residui di biocidi. Le situazioni che si possono presentare sono le seguenti: a) le due produzioni sono svolte in reparti diversi dedicati, con magazzini e impianti dedicati; b) le due produzioni sono svolte nello stesso reparto e impianto in periodi diversi condividendo lo stesso magazzino. In presenza di tali situazioni, il fornitore professionale del servizio di PM deve dare evidenza di conoscere e aver recepito gli eventuali protocolli interni del cliente e prevedere procedure di intervento che escludano la possibilità di contaminazione: Progetto UNI/PdR XX:2023 © 12 – nel caso a), deve impiegare metodologie di intervento diversificate derivanti dal risk assessment per i settori con produzione biologica rispetto a quelli con produzione convenzionale o in alternativa impiegare per tutto lo stabilimento metodologie conformi alla produzione biologica; – nel caso b), deve impiegare esclusivamente metodologie conformi alla produzione biologica in tutto lo stabilimento. 7. TRACCIABILITÀ Tutte le attività di PM svolte, devono essere registrate e archiviate su un supporto, preferibilmente se informatico accessibile via Internet anche da parte del cliente, che permetta di risalire in qualsiasi momento agli interventi svolti, ai dati raccolti, agli operatori coinvolti, ai prodotti impiegati, incluso il n° di registrazione, di lotto dei biocidi e/o dei prodotti fitosanitari impiegati, ai risultati ottenuti in termini di efficacia, misurati mediante il monitoraggio e alle segnalazioni e raccomandazioni, di fondamentale importanza per il miglioramento continuo. Considerate le restrizioni nell’impiego di strumenti di lotta o contrasto agli infestanti conseguenti al rispetto dei requisiti definiti nel metodo di produzione biologica, la gestione del monitoraggio rappresenta un passaggio cruciale nell’evidenziare eventuali criticità nel nascere o ancor più nel cogliere le informazioni utili a prevenire che tali criticità si possano manifestare. Altrettanto importante è la comunicazione al cliente che deve avere connotazione professionale, precisa e puntuale. 8. PERSONALE Il fornitore professionale che intende erogare il servizio di PM in ambito biologico secondo la presente PdR, deve garantire una adeguata formazione di tutto il personale ad ogni livello coinvolto nella fornitura del servizio, sia in conformità a quanto previsto nella UNI EN 16636, punto 6 e appendice A, sia in riferimento ai principi e alle norme che regolamentano la filiera agroalimentare della produzione biologica. In particolare deve essere garantita una competenza specifica basata su esperienza e formazione per le seguenti figure chiave coinvolte nella fornitura del servizio: – Tecnico esperto, – Referente tecnico, – Operatore tecnico. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 13 APPENDICE A: POSSIBILI CAUSE DI CONTAMINAZIONE NELLA FILIERA AGROLIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA A.1 Generalità Durante le varie fasi della filiera agroalimentare le materie prime, così come i prodotti finiti, sono esposti a rischi di contaminazione da agenti chimici, fisici e biologici. Tra questi ultimi si possono distinguere due categorie: animali (compresi gli artropodi) e organismi microbiologici (batteri, funghi, virus, ecc.). L’attività di PM è rivolta alla prevenzione, al monitoraggio e infine al controllo degli organismi nocivi che possono essere causa di contaminazione fisica diretta o con loro parti (deiezioni, escrezioni, secrezioni, ecc.) e biologica a seguito dell’azione vettoriale (dispersione ectoparassiti e microrganismi). Nella filiera della produzione agroalimentare la presenza di entomofaune oppure altri organismi nocivi, vivi o morti, rappresenta un rischio concreto per la contaminazione delle merci e dei prodotti, pertanto sono necessari misure e strumenti efficaci per escluderli, o quantomeno arginarli, dai reparti più critici di lavorazione e conservazione degli alimenti e delle relative materie prime, nonché dai mezzi di trasporto. Nei punti successivi della presente appendice sono forniti, a titolo esemplificativo ma non esaustivo gli elenchi dei possibili principali organismi potenziali infestanti per la filiera agroalimentare. A.2 Principali roditori sinantropici FAMIGLIA SPECIE NOTE Muridae Mus musculus domesticus Defezioni legate agli impianti, danni strutturali e rischi d’incendio, contaminazione alimentare, vettore di microrganismi. Rattus rattus Infestazioni in quota negli edifici, specie rurali, con conseguenti difficoltà operative per la loro gestione; contaminazione alimentare, vettore di microrganismi. Rattus norvegicus Vettore di microrganismi, possibili danni materiali, contaminazione alimentare. A.3 Roditori selvatici da considerare come occasionali infestanti in determinati ambienti/situazioni FAMIGLIA SPECIE NOTE Muridae Apodemus sylvaticus Topo selvatico. Micromys minutus Topo delle risaie. Talpidae Talpa europea Talpa spp. Cricetidae Arvicola amphibius Arvicole campestri. Da considerare per gli stabilimenti che sorgono a ridosso di corsi d’acqua. Myocastoridae Myocastor coypus Nutria. Da considerare per gli stabilimenti che sorgono a ridosso di corsi d’acqua. A.4 Principali artropodi possibili infestanti nella filiera agroalimentare FAMIGLIA SPECIE NOTE Thysanura Lepisma saccharina Legati ad ambienti umidi. Frequenti nei piani interrati bui. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 14 Thermobia domestica Blattodea Blatta orientalis Vettori meccanici di microrganismi potenzialmente patogeni. Presente prevalentemente negli scarichi dell’industria alimentare. Possibile infestante interno. Blattella germanica Specie particolarmente frequente nelle aree ristoro oppure negli spogliatoi dell’industria alimentare. Frequenti su tubazioni calde. Supella longipalpa Infestante legato ad ambienti umidi e sordidi. Formicidae Tetramorium caespitum Vettori di microrganismi e rischio concreto di biocontaminazione delle matrici alimentari. Linepithema humile Molto coinvolte nelle industrie di trasformazione carne e prodotti a base di proteine animali. Pheidole pallidula Particolarmente diffusa nel nostro territorio quindi facile da rinvenire anche nelle industrie alimentari. Monomorium pharaonis Colonizza verosimilmente cabine elettriche e i vari impianti. Vespidae Polistes gallicus Rischio per la salute dell’OSA e del personale in genere. Vespula germanica Pyralidae Plodia interpunctella Probabilmente il lepidottero più frequente nell’industria cerealicolo-molitoria. Ampiamente diffusa anche tra le mura domestiche. È ritenuta l’infestante delle derrate economicamente più dannoso Ephestia kuehniella Serio problema per le farine di cereali. Produzione bava sericea. Ephestia elutella Le larve aggrediscono cereali e frutta secca con produzione di bava sericea. Ephestia cautella Frequente nella filiera alimentare di cacao e nocciole. Pyralis farinalis Vive prevalentemente tra gli sfarinati ma può essere rinvenuta nell’intera filiera alimentare alla luce dell’elevato livello di polifagia. Gelechidae Sitotroga cerealella Infestante primario dei cereali a granella con rischio concreto per la filiera cerealicolo-molitoria. Rilevabili con filth-test. Galleriidae Paralipsa gularis Attacca cereali in granella, frutta secca, biscotti e altri prodotti da forno. Molto frequente nell’industria dolciaria Tineidae Nemapogon granella Specie polifaga presente negli sfarinati, nelle paste alimentari, legumi, funghi secchi. Bostrichidae Prostephanu s truncatus Due infestanti simili da monitorare sui cereali stoccati e non Rhyzopertha solo. In rapida ascesa le infestazioni da Prostefano. dominica Chrysomelidae Acanthosceli des obtectus Rappresentano la più seria minaccia per le leguminose da Bruchus granella. pisorum Cleridae Necrobia rufipes Tipico infestante dei magazzini dove vengono stoccati mangimi, farine animali oppure oli vegetali. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 15 Curculionidae Sitophilus granarius Rappresentano gli infestanti “primari” maggiormente diffusi nella filiera cerealicola. aggrediscono granelle intere dove vi depongono all’interno l’uovo. Sitophilus Oryzae Sitophilus zeamais Dermestidae Attagenus spp. e Anthrenus spp. Si nutrono di cereali e loro derivati. Dermestes lardarius Attaccano carni e loro farine, insaccati e sottoprodotti di origine animale. Laemophloeidae Cryptolestes ferrugineus Generico infestante delle derrate con spiccata voracità verso cereali e frutta secca. Silvanidae Oryzaephilus surinamensis Infestante delle derrate di origine vegetale. Tenebrionidae Tribolium confusum Presente soprattutto tra le farine e sottoprodotti dei cereali. Tribolium castaneum Alphitobius diaperinus Attacca mangimi e materiale di isolamento nelle industrie alimentari e negli allevamenti zootecnici, specie avicoli. Blaps mucronata Specie lunga 20-24mm chiamata volgarmente Coleottero delle cantine. Tenebrio molitor Aggredisce indirettamente i cereali in granella con estensione ai sottoprodotti e alla frutta secca. La farina attaccata assume odore sgradevole. Anobiidae Lasioderma serricorne Specie legata a spezie, cereali e sottoprodotti. Stegobium paniceum Attacca cereali e derivati. Principale infestante nell’industria della panificazione. Ptinidae Ptinus tectus Infestante dei cereali in granella. Carabidae Coleotteri legati all’ambiente esterno che in determinate condizioni (autunno) migrano nei locali di lavorazione degli alimenti. Psococidi Infestanti tipici degli ambienti umidi. Acaridae Acarus siro Principale acaro delle farine. Tyrophagus putrescentiae Aggredisce i prosciutti e alimenti a base carne stagionati. Muscidae Musca domestica Principale referente dei ditteri brachiceri. Ubiquitaria. Calliphoridae Calliphora spp. + Lucilia spp. Mosconi blu e verdi delle carni. Sarcophagidae Sarcophaga carnaria Moscone della carne con capacità di larviporre. Tephritidae Piophilidae. Drosophilidae Drosophila spp. Nota: ogni altro organismo nocivo di possibile provenienza esterna alla struttura. A.5 Volatili I volatili sinantropici quali ad esempio i colombi (piccioni), gabbiani, tortore, storni, passeri, ecc. possono diventare stanziali a ridosso dello stabilimento alimentare es. in prossimità degli ingressi, Progetto UNI/PdR XX:2023 © 16 tettoie, baie di carico/scarico e pertanto diventare possibile causa di contaminazione mediante il rilascio di escrementi, piume, nonché di loro parassiti, che potrebbero essere passivamente veicolati all’interno dello stabilimento, pertanto risulta necessario prevederne la gestione. A.6 Altri animali da gestire L’ambiente circostante lo stabilimento alimentare può essere habitat di sviluppo di una molteplicità di specie animali che possono rappresentare una causa di infestazione, es. scoiattoli, ghiri, rettili, anfibi, chirotteri, ecc. per i quali considerate le limitazioni nelle possibilità di gestione risulta di fondamentale importanza lavorare in termini di prevenzione sia come gestione che come pest proofing. A.7 Possibilità di controllo Per quanto riguarda gli infestanti di cui ai punti A.2, A.3, A.4 e A.5 la normativa nazionale ed europea prevede metodi e prodotti per il controllo autorizzati, per tutti gli altri animali non esistono precisi ed univoci riferimenti legislativi per guidare gli interventi di controllo; anzi, a volte l‘inquadramento giuridico è fonte di notevole confusione (per alcune specie, si oscilla ancora tra la posizione di fauna selvatica e di animale domestico). Per il controllo di questi potenziali infestanti, posto il rimando, ove presenti, a linee guida e normative specifiche di Province, Comuni e Regioni, devono essere impiegati mezzi passivi di dissuasione e sostanze innocue per allontanarli efficacemente dai siti produttivi, es. repellenti olfattivi, visivi o uditivi, ma soprattutto barriere di tipo fisico incruente che li mantengano lontani o per lo meno ne impediscano l’ingresso nei locali produttivi. Risulta pertanto fondamentale adottare un approccio di tipo preventivo.

Progetto UNI/PdR XX:2023 © 17 APPENDICE B: PROCEDURE, TECNICHE DI CONTROLLO E PRODOTTI IMPIEGABILI NEL SETTORE AGROALIMENTARE DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA B.1 Generalità Con riferimento ai più comuni potenziali infestanti e rispetto alle attuali disponibilità di mercato, le tecniche e i prodotti impiegabili per il controllo degli infestanti nel settore agroalimentare della produzione biologica, sono le seguenti. B.2 Monitoraggio Il monitoraggio è uno strumento di misura che consente di valutare una infestazione registrandone l’evoluzione. Per un buon numero di specie infestanti esistono efficaci sistemi di cattura o rilevamento, impiegabili per eseguire un accurato monitoraggio. Il monitoraggio non ha di per sé un effetto di controllo sulla infestazione stessa ma è utile nella prevenzione e nella scelta dei tempi e degli strumenti per la gestione dell’infestazione. Per quanto riguarda le principali specie infestanti delle derrate alimentari appartenenti agli ordini dei coleotteri e dei lepidotteri, risultano commercialmente disponibili trappole e attrattivi specifici sia su base alimentare che feromoni. Di fondamentale importanza nel gestire un efficace piano di monitoraggio è adottare la trappola e l’attrattivo più adatti rispetto alla specie target e posizionare la trappola nel punto più adatto ossia quello che consente di mettere in evidenza la presenza dell’infestante quanto più precocemente possibile. B.3 Cattura La cattura quando applicabile deve essere la tecnica di controllo da preferire per qualsiasi infestante, evitando l’impiego di sostanze chimiche sia di sintesi che di estrazione naturale, possibilmente integrata con tecnologie che ne agevolano per quanto più possibile una verifica continua. B.3.1 Roditori Nelle aree esterne per il controllo e monitoraggio dei roditori deve essere preferito l’impiego di metodi che non prevedono l’uso di prodotti biocidi, quali ad esempio le esche derattizzanti. L’impiego di prodotti biocidi deve essere previsto ma limitato solo ai casi di infestazione murina in atto e laddove le altre tecniche applicate non si siano dimostrate sufficientemente efficaci e nei casi in cui le risultanze del risk assesment conducano a tale necessità. Nel caso di utilizzo di rodenticidi la periodicità di impiego oltre ad essere conforme alle prescrizioni di etichetta, che a parità di principio attivo possono variare da prodotto a prodotto, deve essere limitata al tempo strettamente necessario a debellare l’infestazione, salvo deroghe specifiche che devono essere chiaramente previste e motivate nel documento di risk assessment o nelle valutazioni riportate nel report di monitoraggio. Nelle aree interne la tecnica di controllo e monitoraggio dei roditori deve essere la cattura con dispositivi che portino alla soppressione dell’animale in modo meno cruento possibile, escludendo l’impiego di biocidi anche come adescanti o traccianti. L’impiego di rodenticidi nelle aree interne allo stabilimento agroalimentare biologico è consentito solo quale azione correttiva emergenziale, per il tempo strettamente necessario a risolvere l’infestazione, definendo già in sede di risk assessment quali sono le condizioni di sicurezza di impiego da garantire, prevedendo a fine trattamento la rimozione degli animali morti a seguito dell’assunzione del rodenticida e del rodenticida residuo. Con l’obiettivo di massimizzare la prevenzione dell’infestazione, i dispositivi per la cattura dei roditori devono essere monitorati con una frequenza tale da prevenire che l’animale catturato possa diventare fonte di diffusione ambientale di organismi nocivi. Laddove ritenuto utile è da preferire un monitoraggio continuo con tecnologie di controllo da remoto, per le quali rimane comunque da prevedere una periodica verifica di efficacia. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 18 In situazioni quali spazi confinati o di non agevole ispezione, intercapedini, condotti di passaggio impianti, sottotetti, canaline elettriche aeree o comunque in ambienti con limitazioni di accesso, valutare se necessaria l’estensione del monitoraggio che può essere condotto anche mediante l’impiego di dispositivi con controllo da remoto. L’impiego di trappole collanti nelle aree interne allo stabilimento agroalimentare biologico può essere previsto come azione correttiva temporanea, evitando posizionamenti che possono causare la cattura di specie no target, prevedendo controlli molto frequenti in modo da rimuovere e sopprimere rapidamente i roditori catturati. Nota: Per tutti i dispositivi con controllo da remoto non si deve esulare dal pianificare periodiche verifiche di efficacia (stato di funzionamento, corretto posizionamento, ecc.). B.3.2 Blattodei Per il monitoraggio e controllo delle Blatte nelle aree interne dello stabilimento agroalimentare biologico devono essere utilizzate trappole a cattura, quando disponibili preferire le tipologie attivate con attrattivi alimentari o feromoni di aggregazione (es. per Blattella germanica). Il controllo dei dispositivi deve essere definito con una frequenza valutata in base al rischio, l’obiettivo è di avere un controllo frequente idealmente continuo in modo da prevenire l’insediarsi di focolai di infestazione, in tal senso qualora disponibili e ritenuti adeguati sono da preferire i dispositivi con controllo da remoto. Nota: Per tutti i dispositivi con controllo da remoto non si deve esulare dal pianificare periodiche verifiche di efficacia (stato di funzionamento, corretto posizionamento, ecc.). B.3.3 Lepidotteri e Coleotteri delle derrate Per il monitoraggio di Lepidotteri e Coleotteri specifici delle derrate alimentari nelle aree interne dello stabilimento agroalimentare biologico devono essere utilizzate trappole a cattura, attivate da apposito attrattivo alimentare o feromonico per la specie bersaglio. Gli attrattivi tanto di derivazione sintetica che naturale devono essere inseriti nelle trappole in maniera tale da non poter essere accidentalmente dispersi. Il controllo dei dispositivi deve essere definito con una frequenza valutata in base al rischio, l’obiettivo è di avere un controllo frequente idealmente continuo in modo da prevenire l’insediarsi di focolai di infestazione, in tal senso qualora disponibili e ritenuti adeguati sono da preferire i dispositivi con controllo da remoto. Nota: Per tutti i dispositivi con controllo da remoto non si deve esulare dal pianificare periodiche verifiche di efficacia (stato di funzionamento, corretto posizionamento, ecc.). B.3.4 Ditteri e altri insetti volatori Per il controllo e monitoraggio dei Ditteri nonché di altri insetti volatori nelle aree interne dello stabilimento agroalimentare biologico, devono essere impiegate trappole costituite da un sistema di attrazione basato sull’emissione di raggi ultravioletti (UV-A) emessi da tubi fluorescenti o lampade LED e cattura mediante pannelli collanti. Le lampade a cattura devono essere posizionate in termini di altezza e di esposizione tali da consentire la massima efficacia nella cattura degli insetti volanti e disposte in punti quanto più lontani possibile dal prodotto lavorato, dalle linee o piani di lavoro per evitare il rischio di dispersione degli insetti catturati e contaminazione del prodotto. Nota 1: indicativamente a circa 2 metri. Il controllo dei dispositivi deve essere definito con una frequenza valutata in base al rischio di contaminazione. Per i locali ad alto rischio es. locali di lavorazione e confezionamento di prodotto esposto, l’obiettivo è arrivare a un controllo idealmente continuo, quando disponibili e ritenuti Progetto UNI/PdR XX:2023 © 19 adeguati anche con dispositivi gestibili da remoto in modo da poter intervenire prontamente all’occorrenza. Nota 2. In prossimità degli accessi (es. baie di carico, ingressi a bussola) possono essere utilizzati dispositivi a raggi UV-A abbinati a cattura per aspirazione. Nelle pertinenze esterne, relativamente ai Ditteri è da prevedere anche la possibilità di collocare dispositivi che consentono la cattura massiva degli insetti (es. trappole ad imbuto con sacchetto di raccolta contenente una soluzione acquosa con attrattivo alimentare). Nota 3. Per tutti i dispositivi con controllo da remoto non si deve esulare dal pianificare periodiche verifiche di efficacia (stato di funzionamento, corretto posizionamento, ecc.) B.3.5 Vespidi Il controllo di vespe e calabroni riferito alle aree esterne, deve considerare il trattamento mirato con rimozione diretta dei nidi visibili, a determinate condizioni fattibile anche senza l’impiego di biocidi. In aggiunta può essere prevista la cattura con l’installazione preventiva di specifiche trappole contenenti attrattivi alimentari. B.3.6 Formicidi Il controllo delle formiche deve essere basato sull’impiego di specifiche esche alimentari contenenti piccolissime concentrazioni di principio attivo, per le quali esistono formulazioni impiegabili tanto nelle aree esterne quanto in quelle interne prevedendo nel secondo caso la protezione con specifici dispenser atti a prevenirne l’accidentale dispersione. B.4 Strumenti o prodotti repellenti, di disturbo o di allontanamento Per le aree esterne e i locali tecnici o di servizio non connessi con i locali di lavorazione, non si prevedono restrizioni all’impiego di prodotti repellenti o deterrenti specificamente registrati. Per quanto riguarda l’impiego all’interno delle aree di lavorazione si rimanda alle condizioni di impiego stabilite al punto B.10 relativo alla gestione dei biocidi. B.5 Trattamenti termici con alte temperature Il trattamento ad elevata temperatura porta all’eliminazione di ogni stadio vitale degli artropodi. Tale tecnica prevede l’impiego di varie tipologie di generatori di calore. A seconda della specie target, vanno impostate temperatura e tempo di esposizione adeguati per ottenere un controllo significativo della popolazione infestante. Al riguardo esiste una esauriente bibliografia alla quale far riferimento quando si decide di intraprendere la tecnica di controllo mediante trattamento con alte temperature. Nell’applicare questa tecnica sono da tenere in particolare considerazione i limiti strutturali del cantiere, se presenti, intesi come grado di coibentazione e presenza di materiali sensibili alle alte temperature. Indicativamente basandosi sui dati bibliografici disponibili riportano un blocco dello sviluppo degli artropodi con temperature comprese tra i 35 e i 38°C, mentre nell’intervallo compreso tra i 40 e i 55°C si verifica verosimilmente la letalità nei confronti della maggior parte degli insetti in alcune ore, la durata del trattamento dipende dal rapporto T°/U.R. raggiunte. B.5.1 Vapore saturo secco Il vapore saturo secco (indicativamente 180 °C), è una tecnica efficace e adatta per interventi di bonifica localizzata es. su parti di linee e impianti e il suo impiego non ha limitazioni se non quelle relative alla compatibilità con la tipologia di materiali trattati, non determinando il rilascio Progetto UNI/PdR XX:2023 © 20 nell’ambiente di alcuna sostanza pericolosa prevedendo l’esclusivo impiego di acqua. Questa tecnica può essere considerata anche per la sanificazione di tipo microbiologico. B.6 Criodisinfestazione Si tratta di una tecnica che porta alla devitalizzazione degli artropodi per congelamento (indicativamente T-196°C), si basa sulla erogazione di azoto liquido ed è una tecnica adatta per interventi di bonifica localizzata es. su parti di linee e impianti e il suo impiego non ha limitazioni se non quelle relative alla compatibilità con la tipologia di materiali trattati, non determinando il rilascio nell’ambiente di alcuna sostanza pericolosa basandosi sull’esclusivo impiego di azoto allo stato molecolare, che evapora senza lasciare residui. Altra possibilità di impiego delle basse temperatura è quella per il trattamento di derrate infestate in cella, indicativamente questa tecnica consiste nel deporre la derrata infestata in locali mantenuti a T –18-22 °C per 7-10gg, tale esposizione normalmente è sufficiente per devitalizzare ogni stadio biologico degli artropodi. B.7 Impiego di atmosfere modificate Nella filiera agroalimentare l’uso di atmosfere modificate è diffuso per la conservazione degli alimenti in particolare al momento del confezionamento finale, ma anche nello stoccaggio. Sia l’anidride carbonica che l’azoto sono impiegati come conservanti in svariati alimenti finiti, ma possono essere altrettanto impiegabili per la bonifica di materiali, imballi e derrate infestate. Qualora tali gas siano registrati come prodotti biocidi o come prodotti fitosanitari è necessario rispettare le indicazioni di impiego riportate nell’autorizzazione (etichetta). I vantaggi nell’utilizzo delle atmosfere controllate sono: zero residui lungo la filiera e nessuna alterazione delle proprietà chimico-fisiche dei prodotti alimentari. Altre tecniche da prendere in considerazione sono l’impiego dei gas inerti sottovuoto, o in vuoto ad alta pressione, con queste tecniche normalmente si ha il vantaggio di ridurre sensibilmente il tempo di esposizione. B.8 Altri metodi fisici Rispetto a quanto messo a disposizione dallo sviluppo tecnologico e delle relative prescrizioni d’uso, ogni altro metodo fisico di controllo degli infestanti, come ad esempio microonde, radiazione UV, ultrasuoni, ecc. è da prendere in considerazione a seguito del confronto tra il Tecnico Esperto in PM in ambito biologico e l’OSA. B.9 Metodi biologici (insetti utili) Fra gli insetti, diversi predatori e parassitoidi già diffusi in natura sono stati identificati e messi a disposizione come impiegabili nella lotta biologica agli infestanti, sia in ambito agrario a livello di produzione primaria e sia agroalimentare oltre che civile. Si tratta di una tecnica di controllo degli infestanti in continua evoluzione per la quale sia la ricerca che il mercato propongono continui aggiornamenti e per il futuro si prevede che saranno disponibili altre specie sempre più calibrate per tipologia di infestante. Nell’applicazione di questa tecnica occorre tener conto che predatori e parassitoidi, essendo insetti vivi e dotati di mobilità, possono a loro volta contaminare gli alimenti, dunque il loro impiego deve essere valutato con attenzione. B.10 Impiego di biocidi I biocidi sono immessi sul mercato in virtù di una autorizzazione emessa dalle autorità competenti sulla base di un impianto normativo comunitario. In Europa molti biocidi possono essere ancora autorizzati ai sensi delle normative nazionali. Per esempio molti insetticidi in Italia sono autorizzati come Presidi Medico Chirurgici (PMC). Progetto UNI/PdR XX:2023 © 21 Nel campo di applicazione dei biocidi rientrano diverse tipologie di prodotto, a seconda della destinazione d’impiego, tra cui: ­ Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali, ovvero prodotti usati per la disinfezione di superfici, materiali, attrezzature e mobilio non utilizzati in contatto diretto con alimenti destinati al consumo umano o animale. ­ Rodenticidi: prodotti usati per il controllo di ratti, topi o altri roditori, senza respingerli né attirarli. ­ Insetticidi, acaricidi e prodotti destinati al controllo degli altri artropodi (insetti ed aracnidi), senza respingerli né attirarli. ­ Repellenti e attrattivi: prodotti usati per controllare organismi nocivi (invertebrati come gli insetti, vertebrati come uccelli e roditori), respingendoli o attirandoli, compresi i prodotti usati per l’igiene umana e veterinaria, direttamente sulla pelle o indirettamente nell’ambiente dell’uomo o degli animali. Rientrano nel campo di applicazione dei biocidi anche i prodotti impiegati nella cattura massale (mass-trapping) e nella confusione sessuale (mating-disruption). Nel caso della cattura massale, gli insetti vengono intrappolati, in numero sufficiente da limitarne l’infestazione, in opportune trappole adescate con attrattivo. Nel caso della confusione sessuale, l’ambiente da trattare è esposto a concentrazioni di feromone sessuale tale da impedire ai maschi di individuare le femmine per il conseguente accoppiamento. È in alcuni casi possibile l’impiego di diffusori per auto-confusione sessuale: i maschi attratti si imbrattano a loro volta di feromone femminile contribuendo a diffonderlo nell’ambiente. Il fornitore professionale del servizio conosce e rispetta, ove applicabili, gli obiettivi ed i principi generali della produzione biologica. Per le attività di PM non prevedendo la predetta normativa specifici prodotti autorizzati, il fornitore professionale del servizio è tenuto a scegliere biocidi a base delle sostanze attive ammesse previste nell’allegato IV del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/1165, qualora si rendesse necessario l’impiego di sostanze ivi non previste queste dovranno essere preventivamente valutate con il cliente in riferimento alla loro conformità con eventuali protocolli aziendali applicati. In caso si renda necessario il trattamento con biocidi, sia che trattasi di sostanze di sintesi quanto di origine naturale (come estratti e microrganismi), questa attività deve essere preventivamente definita e pianificata in termini di ambienti oggetto del trattamento, organismi nocivi bersaglio, rischio del biocida utilizzato, permanenza dei residui di principi attivi e rischio di contaminazione della produzione biologica. A parità di dosaggio del principio attivo sull’infestante bersaglio e di efficacia, il fornitore professionale del servizio impiega i prodotti dal minore impatto per l’uomo e per l’ambiente che il mercato mette a disposizione. In caso di applicazione di biocida oltre ad essere rispettate tutte le istruzioni di etichetta, in particolare si deve: ­ non superare le dosi indicate; ­ effettuare il trattamento nel rispetto delle modalità, tempistiche e attrezzature autorizzate; ­ limitare il trattamento contro i soli organismi bersaglio identificati in etichetta; ­ porre in essere tutte le misure di mitigazione del rischio prescritte dall’etichetta. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 22 L’uso di biocidi o di altre sostanze ottenute per sintesi chimica deve rimanere circoscritto ai casi in cui: a) il loro mancato utilizzo sarebbe riconducibile ad un impatto inaccettabile sulla salute umana e sulle attività economiche attraverso il mancato controllo degli infestanti; b) i principi attivi non possano venire in contatto, in nessuna fase dell’uso del biocida, con animali, vegetali, derrate trasformate o da trasformare. Ciò può avvenire attraverso pratiche idonee tra cui per esempio: ­ trattamenti rodenticidi con esche come indicato nel punto B.1.1; ­ trattamenti insetticidi purché l’insetticida sia in esche posizionate in maniera tale da impedire la dispersione accidentale ed il contatto con le derrate alimentari, anche con l’ausilio di specifici dispenser; ­ trattamenti con semiochimici (feromoni) purché siano inseriti in esche o specifici dispenser che ne garantiscano l’impossibilità di dispersione accidentale e contatto con le derrate alimentari; Nel caso si renda necessario il trattamento con biocida all’interno o in prossimità dei locali adibiti alla produzione biologica, il fornitore professionale del servizio deve preventivamente fornire al cliente le prescrizioni da rispettare affinché il trattamento eseguito risulti più efficace possibile e eviti di generare un rischio di contaminazione del prodotto successivamente processato. L’OSA a sua volta è tenuto a collaborare attivamente alla definizione delle dette prescrizioni, fornendo ogni informazione utile affinché queste risultino appropriate e si assicura che vengano rispettate. In ogni caso i trattamenti devono essere fatti in assenza di derrate e materiali di confezionamento destinati al contatto con gli alimenti (MOCA). Se il trattamento con biocidi viene svolto secondo le condizioni concordate con l’OSA descritte al paragrafo precedente, il rischio di contaminazione delle derrate successivamente processate è ridotto al minimo. Tuttavia in caso di dubbio se ritenuto appropriato l’OSA per assicurarsi che sia garantita l’assenza di contaminazione, al termine del trattamento e prima di ripartire con la produzione, può disporre ulteriori verifiche sulle superfici che vanno a contatto con le derrate lavorate come anche in alternativa può convalidare l’assenza di contaminazione mediante analisi sul primo lotto di prodotto lavorato successivamente al trattamento. B.11 Fitosanitari Per i trattamenti su vegetali o prodotti in post raccolta devono essere usati specifici prodotti fitosanitari, impiegati strettamente secondo i principi della produzione biologica, come previsto nella specifica regolamentazione UE e nazionale. B.12 Altri Da considerare anche, dopo adeguata valutazione, l’impiego di predatori vivi o comunque l’impiego controllato di animali come deterrenti verso specie potenzialmente infestanti, si ripotano a titolo puramente esemplificativo: – l’impiego di rapaci principalmente per l’allontanamento di piccioni, gabbiani e di storni e volatili; – l’impiego dei furetti per il controllo dei roditori: questi animali lasciano nelle aree frequentate una traccia olfattiva non percepibile dall’uomo che mette in allarme il roditore il quale evita le zone frequentate dai furetti. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 23 APPENDICE C: COMPETENZE E REQUISITI C.1 Tecnico esperto in PM in ambito biologico Nel presente punto si forniscono, in forma di linee guida, alcuni elementi ritenuti idonei ai fini del percorso formativo e di apprendimento del tecnico esperto. Prospetto 1 Requisiti di base del tecnico esperto Esperienza documentata nella gestione del servizio di PM nel settore agroalimentare Formazione specifica nella gestione del servizio PM settore agroalimentare 3 anni corso di almeno 8 ore sostenuto con esito positivo 2 anni corso di almeno 16 ore sostenuto con esito positivo 1 anno corso di almeno 24 ore sostenuto con esito positivo Nota: per l’aggiornamento continuo si indica come ipotizzabile un percorso che tenga conto della partecipazione a workshop, seminari, forum, simposi specifici sul PM nel settore alimentare di almeno 8 ore annue. In aggiunta ai requisiti indicati nel prospetto 1, il tecnico esperto deve dare evidenza di aver conseguito un percorso formativo secondo quanto indicato nel prospetto 2. Prospetto 2 Requisiti specifici del tecnico esperto Esperienza documentata nell’ambito del PM della filiera agroalimentare biologica Formazione specifica nell’ambito del PM della filiera agroalimentare biologica 1 anno corso di almeno 8 ore e superamento con esito positivo Nota: per l’aggiornamento continuo si indica come ipotizzabile un percorso che tenga conto della partecipazione a workshop, seminari, forum, simposi specifici sul PM nel settore alimentare di almeno 4 ore annue. C.2 Referente tecnico Nel presente punto si forniscono, in forma di linee guida, alcuni elementi ritenuti idonei ai fini del percorso formativo e di apprendimento del referente tecnico. La persona individuata dal fornitore professionale del servizio come Referente tecnico deve dimostrare di possedere i medesimi requisiti previsti per il Tecnico esperto di cui al punto C.1. C.3 Operatore tecnico Nel presente punto si forniscono, in forma di linee guida, alcuni elementi ritenuti idonei ai fini del percorso formativo e di apprendimento dell’operatore tecnico. Progetto UNI/PdR XX:2023 © 24 Prospetto 3 Requisiti dell’operatore tecnico Esperienza documentata nell’ambito del PM della filiera agroalimentare Formazione specifica nell’ambito del PM della filiera agroalimentare Formazione specifica nell’ambito del PM della filiera agroalimentare biologica 200 ore in un periodo minimo di 6 mesi* In conformità ai requisiti della UNI/PdR 86:2020 o percorso equivalente corso di almeno 4 ore e superamento con esito positivo *in affiancamento con analoga figura formata o lo stesso referente tecnico. Nota: per l’aggiornamento continuo la partecipazione a workshop, seminari, forum, simposi specifici sul PM nel settore alimentare di almeno 4 ore annue.

Progetto UNI/PdR XX:2023 © 25 BIBLIOGRAFIA Guideline on Best Practice in the Use of Rodenticides in the EU (EBPF)

 

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