Vermi liberati dal permafrost ritrovati ancora vivi dopo 50mila anni

945* 07 agosto 2023

La scoperta potrebbe rivelare i segreti del processo di criptobiosi* che alcuni organismi utilizzano per sopravvivere a condizioni estreme.

*La criptobiosi è uno stato di vita ametabolico nel quale entrano alcuni organismi semplici in risposta a condizioni ambientali avverse, quali essiccazione, congelamento, e mancanza di ossigeno. Nello stato criptobiotico, tutti i processi metabolici si fermano, impedendo la riproduzione, lo sviluppo e la riparazione.

I vermi “liberati” dal permafrost** siberiano sono tornati a vivere dopo un “letargo” di addirittura 46mila anni.

**Il termine inglese permafrost, in italiano permagelo, intende un terreno tipico delle regioni fredde come l’estremo Nord Europa, della Siberia e dell’America del Nord, in cui il suolo è perennemente ghiacciato.

L’eccezionale scoperta è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Plos Genetics.

Tali organismi, appartenenti alla specie estinta del gruppo dei nematodi, possono vivere sia nei terreni umidi, nei sedimenti dei fondali acquatici e nelle sorgenti termali.

Possono essere parassiti infestanti di piante e animali.

Gli scienziati hanno risvegliato in laboratorio un verme nematode rimasto in in “letargo” per circa 50mila anni nel permafrost della Siberia.

Si tratta di una nuova specie chiamata Panagrolaimus kolymaensis, essere vivente rimasto maggiormente a lungo in criptobiosi conosciuto alla scienza.

Il team di ricerca internazionale guidato da scienziati russi dell’Istituto di problemi fisico-chimici e biologici nella scienza del suolo di Pushchino e dell’Istituto zoologico RAS di San Pietroburgo, che hanno lavorato con i colleghi del Max Planck Institute for Molecular Cell Biology and Genetics di Dresda (Germania), dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Colonia, del Wellcome Sanger Institute di Cambridge e di altri istituti, hanno raccolto i campioni di permafrost contenenti la nuova specie durante una spedizione nell’area costiera siberiana dell’Artico nord-orientale, nella formazione Duvanny Yar sita nei pressi del fiume Kolyma.

Gli studiosi hanno dimostrato che i meccanismi biochimici impiegati “per sopravvivere all’essiccazione e al congelamento in condizioni di laboratorio sono simili”.

Sostanzialmente, il gruppo di animali ha sviluppato adattamenti che consentono di resistere in criptobiosi per intere ere geologiche, in attesa di risvegliarsi.

Con lo scioglimento del permafrost in futuro potrebbero riemergere virus, batteri e anche nematodi di gruppi ritenuti estinti.

La nuova scoperta scientifica in cui il normale metabolismo si arresta in attesa di una futura riattivazione, potrebbe anche aiutare l’uomo a mettere in stand-by le malattie ora incurabili.

 

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