Il connubio inscindibile tra benessere e qualità delle produzioni animali: l’esempio del controllo delle infestazioni da parassiti indica la strada.

599* 19 gennaio 2022

(Articolo tratto da ruminantia.it)

Il dibattito tra esperti organizzato da MSD Animal Health evidenzia la necessità di strategie comuni tra allevatori, istituzioni e imprese nel nome delle evidenze scientifiche e della salute del pianeta.

L’esempio del controllo delle infestazioni da parassiti indica la strada.

Il legame è stretto e le evidenze si moltiplicano. Dal benessere degli animali negli allevamenti dipendono salubrità e qualità delle proteine destinate all’alimentazione umana ma anche la maggiore resa produttiva di carni e prodotti derivati.

Un esempio arriva dal recente riconoscimento da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) di un trattamento acaricida/insetticida con elevato margine di efficacia e sicurezza – diluito nell’acqua degli abbeveratoi e non irrorato sul corpo degli animali – contro le infestazioni da acaro rosso negli allevamenti avicoli.

L’EMA si è basata sugli studi condotti dall’università di Barcellona dalla professoressa Deborah Temple.

Tali ricerche, effettuate negli allevamenti di galline ovaiole (sia su gruppi che su singoli individui) ne hanno monitorato fisiologia e comportamento durante il giorno e la notte, rilevando – durante l’infestazione – perdita di sonno (nel 40% dei casi) e aumento dell’aggressività.

Tutti fattori che ne determinano un netto abbassamento del benessere generale: attivano infatti l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), ovvero quello che governa lo stress cronico, inducendo cambiamenti nella secrezione degli ormoni, come il CRH che rilascia corticotropina a livello cerebrale, e dei corticosteroidi sia a livello periferico che ematico. Se non controllati, tali fattori determinano:

  • l’inibizione della funzione riproduttiva a livello cerebrale e anche a livello periferico, che implica la diminuzione del tasso di deposizione delle uova;
  • parziale abbattimento della barriera gastrointestinale (a livello gastrointestinale l’epitelio forma una barriera che blocca l’ingresso dei patogeni, se questa barriera si indebolisce, batteri come la salmonella la possono attraversare più facilmente e da qui entrare in circolo e causare malattie di vario genere);
  • una notevole immunosoppressione, che può determinare nelle galline l’aumento di patologie multifattoriali.

 

Il dibattito digitale

Il tema dell’eradicazione dell’acaro rosso è stato al centro del recente digital workshop “One Health/Benessere animale: il valore dell’impegno e della ricerca di MSD Animal Health per la salute di tutti”. Ha spiegato Corrado Longoni, Business Unit Manager, Poultry & Aqua di MSD Animal Health: “Gli studi effettuati sull’impatto delle infestazioni da acaro rosso sulle galline dimostrano come all’importanza di saper riconoscere i segnali di allarme di potenziale infestazione nei propri animali si aggiunga anche la necessità di agire tempestivamente per eliminare l’infestazione e permettere così un duplice beneficio: un incremento della produzione di uova e della loro salubrità, a beneficio dell’allevatore e del consumatore finale, e un incremento del benessere delle galline, sia da un punto di vista comportamentale sia fisiologico”.

Gli interventi della professoressa Temple e del dottor Longoni sono stati preceduti da quelli di Romano Marabelli, consigliere della Direttrice generale dell’Organisation Mondiale de la Santé Animale (Oie); Rossella Pedicone, vice direttrice dell’associazione di categoria che tutela la filiera delle carni e delle uova (Unaitalia); Gian Luca Bagnara, presidente dell’associazione degli allevatori e produttori avocunicoli (Assoavi) nonché membro del COPA-COGECA che riunisce allevatori e cooperative agricole a livello europeo e Evelina Flachi, specialista in Scienze dell’alimentazione. L’evento è stato moderato da Stefano Di Marzio, direttore responsabile di Aboutpharma Animal Health e Paolo Sani, Amministratore delegato MSD Animal Health Italia.

L’attenzione al consumatore

Marabelli ha evidenziato che il 70-80% delle malattie umane sono in realtà zoonosi, trasmesse all’uomo dall’animale, rimarcando il ruolo della salubrità e della sicurezza delle produzioni animali: “Oggi il consumatore chiede sempre di più prodotti che siano stati realizzati in maniera eticamente adeguata.

È fondamentale assicurare che le produzioni seguano un percorso il più naturale possibile e che usufruiscano di tutti gli avanzamenti e i traguardi raggiunti dal punto di vista scientifico e tecnologico”.

Forte il richiamo ai miglioramenti raggiunti grazie anche ai rigidi protocolli di sicurezza introdotti in Europa e all’eccellenza rappresentata dalle produzioni italiane, “apprezzate – ha detto Marabelli – non solo per la qualità, ma anche perché sono un esempio della trasformazione della tradizione in un percorso scientificamente ineccepibile”.

L’evoluzione normativa

Rossella Pedicone conferma: “l’Europa è da sempre apripista rispetto a queste istanze che sono diventate infatti i pilastri del Green Deal e della strategia Farm to Fork”.

In particolare, nel caso degli allevamenti avicoli, l’esperta ha passato in rassegna le direttive trasversali adottate, come, ad esempio, quella del 1999 sulla protezione delle galline ovaiole o quella del 2007 per la protezione del broiler, ponendosi l’obiettivo di arrivare, entro il 2023, a un sistema armonizzato per l’etichettatura del benessere animale “interrogandosi sul bando delle gabbie”.

Rammentando alcuni dei successi raggiunti da Unaitalia (es. l’introduzione di claim dedicati al benessere animale come quelli riferiti allo spazio in allevamento o alla maggiore libertà di movimento, agli arricchimenti ambientali, alla disponibilità di luce solare, o all’allevamento senza uso di antibiotici), Rossella Pedicone ha ricordato che “solo introducendo in allevamento animali sani in un ambiente idoneo sarà possibile portare a termine cicli produttivi senza ricorrere all’uso del farmaco”.

Il controllo della filiera

Un concetto condiviso da Gian Luca Bagnara. “Abbiamo bisogno di una politica comunitaria che riprenda il discorso di sostenibilità delle proteine vegetali. Purtroppo, ne siamo diventati importatori per il 73% dall’estero e non abbiamo certezza né consapevolezza sull’origine, sul trattamento e sul rispetto ambientale.

Per questo, chiediamo di rendere completamente autonoma la filiera locale in modo che possa avere radici anche nell’agricoltura europea e possa dare valore direttamente sul nostro territorio comunitario”. Conoscere i prodotti che arrivano nel piatto, prosegue Bagnara, “non significa solamente conoscerne la marca, ma l’intera filiera, sapere dove e come è stato fatto il prodotto e il territorio che lo coinvolge”. Bagnara allarga quindi il discorso a filiere sostenibili, gestione delle risorse naturali e nutrizione.

Spazio quindi a prodotti riciclabili, tracciabilità delle informazioni su salute e benessere degli animali, riduzione di rifiuti, sprechi e produzione di carbonio. Soprattutto e a un ruolo attivo della filiera agricola su ciascuno di questi aspetti”.

Salute e ambiente in equilibrio

Evelina Flachi, specialista in Scienze dell’Alimentazione e volto noto della tv italiana, ha messo in parallelo il concetto di equilibrio tra apporti calorici, uscite energetiche e stile di vita, con l’equilibrio di ogni organismo vivente rispetto all’ambiente di cui fa parte (in pratica, la sintesi del concetto One Health). “Solo così possiamo dare valore al cibo che mettiamo nel nostro piatto come nutriente importante per mantenere efficiente il nostro organismo e per mantenerci in salute più a lungo possibile”.

L’importanza della partnership

Partnership, collaborazione, meglio ancora “fare sistema” e “cacciare in branco”. Considerata l’importanza della posta in palio – la salute dell’umanità e dell’intero Pianeta – non c’è che una strada, come ha ricordato Paolo Sani nelle sue conclusioni. “Dobbiamo fare ricorso a prevenzione, ricerca, investimenti in nuove tecnologie e soluzioni innovative e da ultimo, ma sicuramente non per importanza, applicare una visione One Health in tutto ciò che facciamo”.

Riferendosi all’evento digitale che ha riunito esperti di diversa estrazione, Sani ha enfatizzato la necessità di costruire dibattitti “che ci permettano di creare un’unica voce per rispondere a tutte le necessità del consumatore di oggi. La sfida di MSD Animal Health è difendere il made in Italy e questo mercato, fatto di aziende e persone con alta professionalità, che si impegnano giorno dopo giorno per portare cibo sano e buono sulle tavole degli italiani nel rispetto del benessere animale”.

 

 

Vuoi saperne di più? Scrivici senza impegno!

 

    )

     

     

     

     

     

    Torna in alto