Infestazione da tafani

82* 20 aprile 2020

Il tafano è un dittero lungo da 5 a 30 mm impropriamente chiamato “mosca cavallina”.
In Europa la famiglia è rappresentata da poco più di 200 specie ripartite fra 13 generi.
In Italia sono segnalate circa 80 specie distribuite fra 11 generi.

È un insetto ematofogo con la femmina che ha l’apparato boccale breve e robusto, di tipo perforante-succhiante e con i maschi non in grado di pungere.

Gli adulti si nutrono di nettare ma le femmine devono alimentarsi a spese del sangue dei vertebrati per garantirsi l’apporto proteico necessario a completare la maturazione delle uova.
La “puntura” è una lesione effettuata lacerando la pelle con le mandibole taglienti, lasciando fuoriuscire il sangue succhiato per mezzo del canale alimentare.

Le uova vengono deposte in masse compatte sulle piante erbacee o altri supporti sopra i substrati adatti alla crescita delle larve, che appena nate si lasciano cadere. Le larve hanno habitat terrestre, semiacquatico o acquatico, ma in genere sono associate ad ambienti umidi.

Lo sfarfallamento avviene all’inizio dell’estate e la loro vita è breve.

I danni che provocano sono di ordine economico con la riduzione delle produzioni zootecniche a causa dello stress causato sugli animali domestici attaccati sistematicamente dai tafani. L’attività dei tafani porta alla riduzione della produzione di alimenti, del peso vivo, della secrezione lattea, con conseguenti perdite di produzione vendibile in termini di carne e latte. Questo senza contare l’insorgere di malattie.

Il disagio e il malessere sono dovuti al senso di fastidio provocato dall’insistenza con cui questi insetti attaccano. Nei soggetti più sensibili, le punture dei tafani possono provocare shock anafilattico.

Altro tipo di danno è quello relativo alla trasmissione di agenti patogeni. Sono potenziali vettori di virus, batteri, protozoi, nematodi.

Sono buoni volatori e possono coprire anche grandi distanze. Tendono tuttavia frequentare l’ambiente in cui ci sono le loro vittime e in genere si spostano con brevi voli. Prediligono gli spazi aperti, perciò, a differenza di altri ditteri molesti, non si rittovano all’interno delle abitazioni e dei ricoveri zootecnici. Le aggressioni nei confronti dell’uomo avvengono perciò sempre all’aperto, con maggiore frequenza a spese delle persone che transitano o stazionano in prossimità di mandrie e pascoli.

La disinfestazione contro i tafani ematofagi da pressoché pochi risultati poiché l’habitat e l’etologia delle larve non permette interventi preventivi in questa fase.
Inoltre la dispersione degli adulti in ambienti aperti rende quasi del tutto inefficace l’uso di insetticidi.
L’adozione di barriere meccaniche è impossibile in spazi aperti.

La protezione del corpo con creme od oli repellenti è totalmente inutile poiché i tafani non sono attirati dall’odore, bensì dal calore.

Unico strumento efficace per la lotta dei tafani è la trappola miratamente dedicata a questo insetto.

 

Vuoi saperne di più? Scrivici senza impegno!

 

    )

     

     

     

     

     

    Torna in alto