La derattizzazione e la disinfestazione di una volta…

526* 17 ottobre 2021

Recenti restrizioni nell’utilizzo di molti principi attivi per insetticidi ritenuti non idonei hanno, tra le altre cose, portato la non “difendibilità” delle loro molecole da parte delle aziende chimiche produttrici.

Nella questione entra in ballo il concetto di “biocidi”, ossia i prodotti intesi come antiparassitari non agricoli utilizzati per eliminare, rendere innocui o impedire l’azione di qualsiasi organismo nocivo per l’uomo, gli animali, i materiali e i beni di consumo.

Nel segno della sicurezza, i tempi sono quindi migliorati da quando, spregiudicatamente od ignorantemente, nella derattizzazione e nella disinfestazione si utilizzavano composti a dir poco deleteri.

Un esempio (come si evince dalla scritta nella foto) è dato dall’arsenico, che con molti dei suoi composti è un veleno particolarmente potente.

Infatti, nel passato i suoi composti hanno trovato impiego come erbicidi ed insetticidi.

L’arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema cardio-respiratorio, portando l’intossicato alla morte per arresto degli stessi ed avvelenamento dei tessuti cellulari che li compongono.

Altro prodotto, da anni vietato nella derattizzazione, è ad esempio la stricnina, nel passato legalmente utilizzata per la preparazione di bocconi avvelenati verso gli animali considerati ‘nocivi’, come ratti, topi, volpi, lupi, rapaci, ecc.

La stricnina agisce come potente eccitante del sistema nervoso centrale, causando il blocco di particolari terminazioni nervose.

La morte sopravviene per insufficienza respiratoria acuta e arresto cardiovascolare da paralisi dei muscoli respiratori, o per esaurimento fisico.

Fa parte della categoria del rodenticida “acuto”, in grado di uccidere rapidamente i roditori, ma qualora la dose ingerita risulti insufficiente ed il roditore sopravviva, si sviluppa una avversione permanente all’esca tossica e l’informazione è trasmessa anche agli altri componenti della colonia. Sono molto pericolosi per l’uomo e gli animali non bersagli, oggi infatta vietata, essendo giustamente considerata una delle sostanze più tossiche che si conoscano.

 

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