Coronavirus: sanificazione, qual è l’indicazione del Ministero della Salute (articolo di Luigi Biagi)

109* 19 maggio 2020

Articolo di Luigi Biagi

Qual è l’indicazione del Ministero della Salute in proposito di sanificazione?

Negli ultimi giorni, forse perché c’è poco di cui parlare, ci si sta confrontando via social sulla necessità o sull’opportunità di ripulire le strade e i luoghi pubblici. Alcuni Comuni hanno avviato procedure di “sanificazione”, altri le stanno organizzando ma si parla di “disinfestazioni”. E sono scoppiate polemiche anche dure tra chi vedeva come assolutamente necessaria la sanificazione dei luoghi pubblici e chi invece è di opinione contraria. Come stanno le cose?

Intanto c’è da dire che in certi Comuni hanno dato il via a un’opera di sanificazione dei luoghi pubblici. L’intervento, secondo quanto si apprende, è stato attuato utilizzando ipoclorito di sodio. L’Amministrazione ha dato il via a una sanificazione del territorio, con particolare attenzione a bancomat, supermercati e uffici pubblici (quelli comunali sono chiusi). La sanificazione è stata eseguita con una miscela di acqua e ipoclorito di sodio.

Altre amministrazioni stanno valutando che tipo di prodotto utilizzare e inizierà le operazioni di pulizia nei prossimi giorni.
Un sindaco è entrato in polemica con chi chiedeva una sanificazione, affermando che si tratta di interventi costosi che vanno bene negli ospedali e non nei luoghi non sanitari mentre la principale precauzione rimane quella di rimanere a casa. Oggi l’Amministrazione comunale di quel sindaco ha fatto sapere che si procederà ad una disinfestazione del territorio e non ad una sanificazione “che ha costi molto più elevati”.

La domanda che ci si pone in questi giorni è allora: queste sanificazioni e/o disinfestazioni sono necessarie o sono fatte per star tranquilla la gente? Vediamolo in base a cosa hanno detto il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità.

Le indicazioni del Ministero della Salute riguardano solo i locali frequentati da casi positivi.

A febbraio il Ministero della Salute ha diramato una circolare che, tra le altre cose, ha per oggetto la pulizia in ambienti sanitari e non sanitari. Tale circolare prevede una “sanificazione” degli ambienti in cui si trovano i pazienti contagiati prescrivendo come “procedure efficaci e sufficienti una “pulizia accurata delle superfici ambientali con acqua e detergente seguita dall’applicazione di disinfettanti
comunemente usati a livello ospedaliero (come l’ipoclorito di sodio)”.

Ma questo riguarda gli ambienti degli ospedali. Quanto alla “pulizia di ambienti non sanitari” la stessa circolare parla di “stanze, uffici pubblici, mezzi di trasporto, scuole e altri ambienti non sanitari dove abbiamo soggiornato casi confermati di COVID-19 prima di essere stati ospedalizzati”. Il Ministero della Salute afferma quindi che “per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro. Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, assicurare la ventilazione degli ambienti (…) Vanno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari”. Dà poi indicazioni anche per la disinfezione di lenzuola e vestiti di persone contagiate.
Nulla di tutto ciò riguarda però strade e luoghi aperti.

Le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità

Proprio ieri anche l’Istituto Superiore di Sanità è intervenuto sul tema con il suo presidente. Il prof. Brusaferro ha dichiarato sostanzialmente che secondo i dati sperimentali dell’Istituto Superiore di Sanità i “coronavirus posso sopravvivere da qualche ora a qualche giorno su superfici diverse laddove rimangano protetti o non vengono esposti a pulizia, opere di disinfezione, sole, pioggia e temperie”. “Dobbiamo essere consapevoli che questo virus può variare da alcune ore ad alcuni giorni sulle varie superfici però sappiamo anche che questo virus è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e a base di alcol e ad altri disinfettanti”. Certo è che per essere trasmesso tramite una superficie, tale superficie deve essere contaminata.

Ha quindi continuato: “Però abbiamo anche sempre detto alcuni elementi importanti: il virus si trasmette attraverso droplet [cioè tramite le goccioline che dal naso e dalla bocca permangono nell’aria ndr] e contatto attraverso mano e il miglior modo per prevenire la possibile trasmissione attraverso superfici è lavarsi le mani. Abbiamo anche sempre detto che accanto a questa igiene personale è importante un’igiene degli ambienti: in alcuni luoghi possiamo farlo in maniera sistematica e nei luoghi pubblici certamente ci può essere una disinfezione periodica ma essendo frequentati da più persone la migliore prevenzione è quella di lavarci le mani frequentemente e in maniera approfondita”.

Gli interventi consigliati dalle autorità sanitarie riguardano dunque i locali al chiuso mentre per quanto riguarda i luoghi pubblici all’aperto non sembrano indicare la sanificazione. Ammesso che il virus riesca a sopravvivere alle intemperie, intraprendendo la strada della sanificazione sarebbe infatti necessario non soltanto “sanificare” ma “sanificare continuamente”, visto che periodicamente la popolazione utilizza bancomat ed altri oggetti.

 

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