La zanzara giapponese invade l’Italia. Ed è più resistente della “tigre”

512* 01 ottobre 2021

Nel nostro Blog del 22 maggio, l’articolo n° 387, abbiamo citato la presenza di questa zanzara.

(Articolo tratto da repubblica.it)

Scoperta nel Nord-Est del nostro paese questa specie, la terza più invasiva tra le zanzare e nella top 100 mondiale, sta conquistando tutto il Settentrione.

È arrivata nell’Italia settentrionale dell’est, iniziando dalla Carnia (Friuli), e si adegua sorprendentemente agli ambienti urbani.

“La zanzara giapponese (Aedes japonicus) nasce nei boschi – puntualizza il dottor Fabrizio Montarsi, responsabile del laboratorio di parassitologia dell’Istituto zooprofilattico di  Padova –  ma in Europa e da noi la troviamo nelle città e persino nei piccoli centri immersi nella natura”.

La caratteristica più saliente di questa specie che vive anche nelle aree torride del Sud-est asiatico è che si nutre del sangue umano.

Vive e vegeta in Europa in ambienti freddi ma non è escluso che vada ad infestare aree più calde.

Come la si riconosce? Assomiglia alla famigerata zanzara tigre, ma di dimensioni generalmente più grandi.

Come lei ha la caratteristica di pungere anche durante le ore diurne, ed è particolarmente aggressiva e molesta.

“Il timore – osserva il medico veterinario della Fondazione Edmund Mach, Annapaola Rizzoli – è che dall’area orientale del Nord Italia si trasferisca nella parte occidentale”.

C’è un’altra paura, la trasmissione di alcune malattie come Dengue, Chikungunya e potrebbe entrare nel ciclo epidemiologico di West Nile.

“Un’altra delle conseguenze sarebbe la cefalea giapponese – spiega sempre Montarsi – ma in Europa finora non abbiamo riscontrato alcun caso.

Perché il virus venga trasmesso occorre infatti che ci siano l’insetto, il virus e lo stesso identico ambiente in cui questa trasmissione è possibile, tipicamente quello del Sudest asiatico”.

Saranno gli ulteriori esami di laboratorio a stabilire meglio se l’insetto possa essere in grado di nuocere e con quali conseguenze anche nella penisola.

Intanto, sul sito web della Regione Veneto viene indicata anche l’esistenza in Italia di un vaccino somministrabile a partire dai due mesi di età in via intramuscolare, con un richiamo.

La stessa pagina, però, tende allo stato attuale a ridimensionare il problema, sottolineando che “nel mondo esistono 50.000 casi di encefalite”.

E che l’insetto abbia proprio le caratteristiche di un invasore nel vero senso della parola viene acclarato anche dalle ricerche scientifiche: “Si tratta della terza specie più invasiva al mondo tra le zanzare – precisa Rizzoli – ed è nella top cento di tutte quelle più invasive”.

“Il successo dell’invasione della zanzara giapponese – osserva Rizzoli – è dovuto anche alla sua notevole resistenza alle lunghe distanze e alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua”.

È necessario quindi adottare tutte le buone pratiche possibili per evitare la proliferazione dell’insetto.

“A cominciare dal non lasciare aperti i contenitori che possono colmarsi di acqua, non accatastare materiali, usare le reti antizanzare, vuotare e capovolgere gli annaffiatoi, mantenere pulite le aree in cui si vive”.

Difficile stabilire i tempi per risolvere la battaglia ma occorre senza dubbio mettere in campo qualsiasi genere di sforzo e guai a sottovalutare questo animale.

Si passa dagli insetticidi per gli adulti ad interventi larvicidi ripetuti nel tempo fino a utilizzare, con aziende nate ad hoc, rimedi di sterilizzazione per i maschi che durante gli accoppiamenti non permettono di rendere fertili le femmine.

Ma prima ogni azione per frenare la proliferazione dell’insetto, per poter realizzare un’efficace azione deterrente è necessario il monitoraggio: stabilire con precisione dove vive e in quali ambienti si trova.

 

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