Le piante che attirano gli insetti invasivi. Come gestirle

1302* 03 giugno 2025

Secondo uno studio dell’università di Losanna, alcuni tipi di vegetali “non nativi” sono riusciti a creare nicchie ecologiche favorevoli alla diffusione di specie aliene.

Sono moltissimi gli insetti invasivi che stanno cambiando gli ecosistemi, in Italia ma anche in tutto il mondo: le zanzare tigre, i dannosi punteruoli rossi che hanno decimato le palme di mezza Italia, ecc.

Specie aliene che si spostano sulle vie della globalizzazione, sfruttando però un’altra classe di organismi che fanno da testa di ponte: le piante, che colonizzando nuovi ecosistemi in cui non sono endemiche li rendono adatti all’invasione.

A descrivere questa dinamica è una nuova ricerca pubblicata su BioScience da un gruppo di scienziati dell’Università di Losanna.

Lo studio rivela risultati in qualche modo inaspettati, perché fino ad oggi si è pensato che fossero altre variabili a guidare gli spostamenti delle specie di insetti invasive nel mondo, come la quantità di esemplari alieni che raggiungono il nuovo ambiente, la ricchezza della biodiversità presente, la frequenza con cui la specie invasiva viene introdotta.

Nella ricerca, gli autori confermerebbero che le piante hanno ruolo di primo piano nel preparare il nuovo ambiente alla colonizzazione degli insetti.

Prima di tutto, gli spostamenti di insetti in nuovi territori, per vie naturali o attraverso gli spostamenti di merci e persone, avviene di continuo, ma quasi mai determina un’invasione definitiva.

Il motivo è dato perché la maggioranza degli insetti ha una relazione stretta con la flora dell’ambiente in cui abita.

In altre parole, l’invasione da parte di nuove piante favorisce quella degli insetti in modo diretto, fornendo cioè una nicchia ecologica per gli insetti erbivori in arrivo, e indiretto per quelli carnivori e parassiti, sostengono i fautori dello studio, e questo produce una cascata di effetti che possono essere descritti come una catastrofe invasiva.

Queste nuove tesi, tutte da confermare, direbbero che la limitazione della diffusione di nuovi organismi vegetali sarebbe la svolta per avere meno infestazioni di insetti.

 

 

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