Acari rosso fuoco in città

1295* 21 maggio 2025

(Articolo di OSD)

Con la primavera, e con i primi caldi i terrazzi, i davanzali, i sottotetti, i lucernari, le strutture artificiali in genere cominciano ad essere invasi da piccoli organismi di colore rosso acceso, molto veloci e visibili ad occhio nudo (0,6-0,7 mm), esteticamente molto fastidiosi soprattutto perché, se schiacciati, macchiano irreversibilmente pareti, vestiti, tessuti. La loro comparsa è legata alle superfici riscaldate dal sole; con il sopraggiungere dell’ombra spariscono, apparentemente svaniti nel nulla, per poi ricomparire quando le condizioni favorevoli si ripresentano. Sono acari (Balaustium murorum), che all’inizio della stagione preferiscono come risorsa alimentare il polline (soprattutto le forme giovanili), diventando poi predatori generalisti man mano che aumenta la disponibilità di minuscole prede come insetti e altri acari, che vivono sui muschi e licheni ancorati ai tetti, nelle caditoie, nelle fessure dei muri. In Italia Balaustium sp. risulta inoffensivo, mentre in altre regioni del mondo può mordere l’uomo, provocando reazioni cutanee più o meno evidenti.

Il comportamento di questo acaro di muoversi su superfici soleggiate lo espone ad un ambiente ostile a causa delle radiazioni solari ultraviolette (UV-B) e del calore radiante, in grado di causare stress ossidativo attraverso la produzione di radicali chimici ed esercitare un’azione dannosa sulle cellule e sui tessuti. È stato dimostrato però che proprio il colore rosso dell’organismo, legato ad elevate concentrazioni di pigmenti organici come i carotenoidi, contribuisce alla sopravvivenza degli individui in situazioni così sfavorevoli.

Spesso il nostro “abitante dei muri” viene facilmente confuso con altri acari di colore rosso fuoco come, ad esempio, gli appartenenti del genere Trombidium o Allothrombium (famiglia Trombidiidae), di dimensioni maggiori (fino a 3-4 mm), con un aspetto molto caratteristico. Il corpo è ricoperto da una peluria sottile, che gli conferisce un aspetto vellutato e in qualche modo ricorda una minuscola “pera al contrario” poiché risulta più largo nella parte anteriore, a livello delle spalle. Gli adulti, spesso solitari e innocui, vagano in cerca di piccoli animali e uova di insetti nel terreno, sulla lettiera, in mezzo alla vegetazione di giardini e zone coltivate, mentre le larve cercano un ospite a cui attaccarsi temporaneamente: un insetto, un opilione, un ragno. In questa fase sembrano come piccoli corpi sferici sul loro ospite, succhiando i liquidi corporei senza però arrecare gravi danni. Queste forme giovanili si sviluppano poi in ninfe a vita libera, simili agli adulti. Naturalmente questo gruppo di micro-predatori non ha nulla a che fare con quell’infestante chiamato volgarmente “ragnetto rosso”, Tetranychus urticae, acaro fitofago di 0,3-0,5 mm in grado di provocare danni ingenti ai raccolti, ortaggi, piante ornamentali, alberi da frutta, soprattutto durante il periodo estivo quando il caldo è associato con alti livelli di umidità e pioggia.

Non è facile controllare gli “acari rossi del cemento”, che abbiamo cominciato a conoscere, proprio a causa dei particolari ambienti frequentati e delle popolazioni particolarmente abbondanti. I trattamenti con insetticidi piretroidi, anche residuali, possono tamponare il problema, ma difficilmente lo risolvono. È preferibile essere chiari con il cliente, senza promettere miracoli. Anzi certe volte risulta più utile parlarne, accennando alle problematiche e alla biologia delle specie piuttosto che intervenendo chimicamente. Potenzialmente otterremo dei vantaggi significativi di immagine che a lungo termine si trasformeranno in risorse economiche. D’altra parte, questi piccoli invertebrati, così come sono apparsi, altrettanto improvvisamente tenderanno a scomparire e a non interferire più (almeno per un po’!) con le attività umane di tutti i giorni.

 

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