Le linee guida per un corretto pest control secondo IFS

873* 06 aprile 2023

(Tratto da un articolo di DimensionePulito, di Michele Ruzza)

A novembre 2022 IFS ha pubblicato “IFS Pest Control Guideline”, un manuale che ha lo scopo di aiutare chi è coinvolto nella gestione degli infestanti nelle aziende alimentari.

La finalità di tale pubblicazione non è solamente data da una corretta enunciazione delle metodologie di controllo degli infestanti (secondo la normativa volontaria), ma soprattutto, in un’ottica di sostenibilità, guarda a quelle tecniche innovative atte a ridurre l’impatto ambientale associato al Pest Control, non solo nel Food ma anche per gli altri standard IFS.

Il documento redatto da IFS si sviluppa in 5 capitoli: Introduzione (Cap.1); Gestione Integrata degli Infestanti (Cap.2); Approccio consigliato per l’implementazione dei requisiti di I.P.M. e IFS (Cap. 3); Spiegazione e Interpretazione dei requisiti IFS (Cap.4) e infine Allegati (Cap.5) e per ognuno dei capitoli andremo ad analizzare i principali contenuti.

L’IPM NELLA IFS PEST CONTROL GUIDELINE

Tralasciando l’introduzione della IFS Pest Control Guideline e addentrandosi subito nel Cap. 2: What’s new: Integrated pest management la panoramica dei nuovi elementi evidenzia subito come l’approccio IPM (Integrated Pest Management) sia la base per tutti i professionisti delegati alla gestione degli infestanti.

Tale concetto concentra la sua attenzione sulle misure preventive basate sulla manutenzione e sui servizi igienico-sanitari delle strutture al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di biocidi.

Per ottenere questo risultato, posto che nel settore alimentare la strategia Farm to Fork è al centro del Green Deal, le linee guida IFS hanno aggiunto due nuovi aspetti, la sostenibilità e nuovi strumenti, tra cui la digitalizzazione.

Proprio in un’ottica di prevenzione, la digitalizzazione consente, grazie a postazioni di monitoraggio 7/7 e h24, di rilevare eventuali superamenti di soglia in tempo reale riducendo l’applicazione di insetticidi e rodenticidi, con conseguente soluzione più rispettosa per l’ambiente.

In sintesi, quindi la piramide IPM identifica un approccio dei professionisti che deve partire da buone pratiche culturali e igienico sanitarie, seguite da controlli fisici e meccanici e, successivamente, controlli biologici.

Infine, solo dove è strettamente necessario utilizzare dei biocidi in quanto le misure chimiche, utilizzate per ridurre picchi di infestazione, non rappresentano una cura a lungo termine che può essere ottenuta solo in collaborazione con gli strati inferiori della piramide IPM.

Tale assunto ha quindi portato a identificare l’IPM come elemento base della valutazione del rischio dei siti certificati IFS.

Inoltrandosi nell’analisi del documento lo stesso evidenzia come il termine Prevenzione (Cap.2.3 Prevention/ cultural control – a crucial element in IPM) coinvolge, in un’ottica di stretta collaborazione, sia l’Azienda Alimentare che il gestore dei servizi di Pest Control, che sono tenuti a informarsi reciprocamente di eventuali anomalie emerse durante i monitoraggi e fornirne le prove.

Naturalmente le misure da adottare si basano sull’analisi dei pericoli, sulla valutazione dei rischi e sul piano di controllo degli infestanti così come enunciato nella DIN EN 16636:2015.

Approcciando poi la Sostenibilità (Cap.2.4 Sustainability – the result of an active IPM) si identifica come l’analisi dei pericoli debba contenere un piano di riduzione dei biocidi, ottenuta ad esempio partendo dalle aree esterne, e che prosegua contestualmente all’avanzamento del programma di IPM del sito, grazie alla attuazione delle misure preventive oltre che ad un efficiente sistema di gestione integrato.

Questa metodica è esemplificata da IFS con la possibile gestione del monitoraggio dei roditori.

È infatti importante ricordare in prima istanza come vi sia una differenza sostanziale tra il concetto di monitoraggio e il concetto di controllo di una infestazione (Cap.2.5 Rodenticides and IPM) di roditori.

Posto che l’utilizzo di esca permanente è possibile solo per prodotti contenenti difenacoum e bromadiolone, in siti ad alto potenziale di reinvasione e quando altri metodi di controllo si sono dimostrati inefficaci, l’utilizzo di esca tossica è utilizzabile per il controllo di una infestazione acuta o in atto e non più ai fini del monitoraggio come avveniva in passato (fatto salvo condizioni Nazionali degli stati UE).

Valutato quanto il monitoraggio dei roditori dovrebbe essere eseguito prioritariamente con prodotti non tossici, sicuramente nelle aree interne e anche nelle aree esterne dove il rischio di avvelenamento primario e secondario risulta alto e, ad oggi, si possono utilizzare sistemi alternativi quali prodotti placebo, trappole a cattura, o postazioni dotate di sistemi di allarme rapido digitale.

Tra i vari sistemi alternativi IFS, per il monitoraggio, mette l’accento su sistemi digitali (Cap.2.6 Sustainability and digitisation).

Tali sistemi sono sempre più presenti on-site e garantiscono una maggiore efficacia e trasparenza nel servizio, oltre ad una precoce identificazione dell’infestazione.

Queste soluzioni, una volta installate possono ridurre i tempi del servizio, garantendo più attenzione per l’analisi del sito, la gestione delle raccomandazioni, ma soprattutto essere impiegate in quelle aree di difficile accesso (controsoffitti, pavimenti flottanti, passaggio cavi, ecc.).

Grazie a questi sistemi, quindi, è possibile lavorare sulla prevenzione e sulla sostenibilità, garantendo una diminuzione progressiva dell’utilizzo di biocidi.

Nel Cap. 3: Recommanded approach for implementing IPM and IFS Requirements grazie a dei flussi di processo vengono identificati i punti chiave per l’implementazione di un sistema di Integrated Pest Management. Tra i vari punti risulta importante ricordare, in caso di monitoraggio in-house la formazione del personale interno e in caso di esternalizzazione dei servizi la specifica degli stessi nel contratto.

Al Cap. 4: IFS Requirements – Explanation and interpretation vengono analizzati i requisiti della norma IFS Food V7 relativi al Pest Control, parte fondamentale per una corretta gestione di un sito certificato IFS.

Con il Requisito 4.13.1 si identifica come in ogni area debbano essere cercati i punti critici per il possibile ingresso di infestanti e se sono state messe in atto le azioni preventive/culturali.

In caso queste azioni non siano state gestite è necessaria una documentazione che identifichi il perché, il come, chi se ne occuperà e il termine fino a quando le misure saranno adottate.

Nel Requisito 4.13.2 si stabilisce che un controllo efficace si basa sull’analisi dei pericoli e sulla valutazione del rischio, dando anche un esempio nell’allegato 2 dello stesso documento.

Identifica inoltre come l’Azienda debba tenere sempre conto non solo della legislazione UE ma anche della legislazione locale.

Al Requisito 4.13.3 si identifica che, anche se i servizi di Pest Control sono esternalizzati, il personale interno deve essere formato in modo che sappia quali organismi nocivi possano essere presenti all’interno dell’azienda per aumentare la comprensione del controllo all’interno dell’azienda.

Nel Requisito 4.13.4 si parla della documentazione relativa alle ispezioni di controllo e le azioni risultanti.

Specifica, inoltre, che ogni infestazione deve essere documentata e che altresì devono essere documentate le misure di controllo adottate.

Naturalmente la registrazione di questi dati ha la funzione di portare ad una analisi delle tendenze con l’obiettivo di prevenire possibili eventi futuri.

Con il Requisito 4.13.5 si identifica come le attrezzature per il monitoraggio debbano essere progettate allo scopo, pienamente funzionanti, che evitino qualsiasi rischio di contaminazione e infine che siano in numero sufficiente.

Su quest’ultimo punto, il “numero sufficiente” di postazioni dovrà essere stabilito dall’esperto del Pest Control in funzione della tipologia di parassiti monitorati, della struttura dell’edificio e dell’efficacia della postazione, sempre in collaborazione con l’Azienda alimentare.

Tra le diverse postazioni, viene fatta menzione, come attrezzatura opzionale, la possibilità di utilizzo di lampade a luce UV per il controllo degli insetti volanti con telecamera e/o algoritmi per il controllo in tempo reale del grado di infestazione.

Nel requisito 4.13.6 che tratta la verifica della merce in arrivo l’interpretazione mette l’accento sul fatto che le ispezioni che vengono effettuate devono tenere conto non solo degli infestanti ma anche di ulteriori informazioni (tipo reclami, tipologie di materie prima, ecc.) oltre a tutte le misure preventive elencate nel capitolo 2.3.

Nel requisito 4.13.7 si identifica invece la necessità di monitorare la presenza degli infestanti e lo scopo delle analisi delle tendenze deve servire per prevenire il verificarsi di infestazioni, ridurre la durata delle misure di controllo necessari per l’eradicazione e mantenere il livello di possibili infestanti a un livello critico.

Ulteriori requisiti IFS Food V7 per il controllo di infestanti li possiamo trovare nello smaltimento delle acque reflue che deve avvenire a intervalli temporali più brevi del ciclo di vita dei parassiti specifici.

Per quanto riguarda i controsoffitti dove non è sufficiente valutare una sola volta, ma l’area deve essere sottoposta a monitoraggio in quanto un problema di parassiti potrebbe diventare visibile quando l’infestazione è già in atto.

Al requisito 4.9.5.3 si parla invece di finestre e vetrate che se progettate per essere aperte ai fini della ventilazione devono essere dotate di schermi per i parassiti così come le porte i cancelli esterni citati nel requisito 4.9.6.2 che devono essere costruiti per impedire l’ingresso di insetti infestanti.

Anche per le zone di carico e scarico il controllo del infestanti riveste particolarmente un’importanza. Le strutture stesse devono essere costruite in modo da mitigare i rischi di presenza di infestanti, mentre per i veicoli al requisito 4.151 si identifica come le condizioni all’interno dei veicoli presentino l’assenza di infestanti e che naturalmente si provveda al controllo e si documenti il tutto.

La persona interna all’azienda dovrebbe avere una conoscenza minima dell’infrastruttura del sito delle aree sensibili all’attività dei parassiti, dei materiali sensibili, della mappa delle postazioni, delle misure di controllo, delle analisi delle tendenze delle azioni intraprese e delle tempistiche oltre a conoscere la documentazione con prova fornita attraverso un attestato.

Secondo IFS il contratto tra le parti non dovrebbe comprendere solo un elenco preciso di obblighi delle parti contraenti ma anche, ad esempio, norme relative allo scambio di informazioni con lo scopo di stabilire una effettiva cooperazione tra le parti.

Per il controllo degli infestanti, devono essere rispettati in linea di principio tutti i requisiti legali presenti nella legislazione UE e le normative nazionali, oltre a requisiti normativi come la DIN EN 16636 o la DIN 10523.

In sostanza, questo è un documento molto importante non solo per le aziende certificate IFS ma per tutte le aziende alimentari e le aziende di pest control in quanto inserisce linee guida che possono essere applicate ovunque.

È inoltre il primo documento che, in ottica di sostenibilità, introduce la digitalizzazione nel pest control come metodo pienamente collegato ad una corretta gestione del rischio in un’ottica di IPM per una costante riduzione indiscriminata dell’uso di biocidi, diventando quindi precursore ed apripista per una nuova e aggiornata visione del controllo degli infestanti.

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